lunedì 21 dicembre 2009

LA CIVILTA' NURAGICA E IL MARE

vaccabruno@gmail.com

Indagine
per il recupero della vera storia della Sardegna

che con dati scientifci inconfutabili dimostrra per la prima volta nella ricerca storica isolana che in Epoca Nuragica

i Sardi possedevano una avanzata culura marinara che li qualifca come i più grandi ed abili navigatori, autori di viaggi oceanici ( emulati dai navigatori italiani e portoghesi solo dopo circa 2300 anni).

ANNO DI PUBBLICAZIOBE 1994


Formato cm. 22 x 16 - Numero di pagine 156 -
Prezzo Euro 25
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Capitolo II

Il Plagio Storico dei Sardi

Che i Sardi siano stati un popolo alieno dal mare anche nel loro piu lontano passato, esplicitamente od implicitamente, appare da quasi tutti i giudizi che i ricercatori hanno sinora
espresso sulla Civilta Nuragica.
Queste ed altre affermazioni, anche se sono state accettate come assoluta verita storica ed archeologica, risultano pero in
realta prive della minima attendibilita, allorche vengono sotto- poste ad una analisi critica ed ad una conseguente valutazione
obiettiva dei dati archeologici che sono stati riesumati dalla
stessa ricerca universitaria.
Si riscontra, infatti, in primo luogo, che la maggior parte
delle affermazioni di fondo relative alla Civilta Nuragica non
sono altro che delle forzate illazioni, prive di qualsiasi fonda-
mento storico ed archeologico, che appaiono determinate, da
un lato dal1'incapacita di sapere valutare a fondo gli aspetti ed
i contenuti piu importanti di questa civilta, e dall'altro da
pregiudizi razziali e culturali nei confronti dei Sardi.
A Si puo anche ricontrare che tali pregiudizi sono stati subdo-
lamente dettati, gia nel secolo scorso, dalle istituzioni culturali
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Capitolo IV

Le Antiche Navi Sarde


Al di la di tutti dati storici ed archeologici che abbiamo
precedentemente analizzato e di tutte le deduzioni logiche
che da essi si possono trarre, la prova scientifica pii1 consi-
stente ed inoppugnabile che i Sardi, nel corso della Civilta
Nuragica, fossero dediti al mare esercitando, almeno nel bacino
occidentale del Mediterraneo, una vero e proprio ruolo
egemonico, e costituita dallo studio tecnico-scientifico di una
particolare categoria di reperti archeologici del periodo
nuragico.
Tali reperti, anche se, per ima ragione o per l’altra, nessuno
studioso, sinora, si é mai preso la briga di analizzarli seria-
mente, oltre che essere quasi unici al mondo nel loro genere,
evidenziano subito a prima vista l'€SlSt€I1Z& di una viva con-
nessione fra la piii antica civiltà dei Sardi ed il mare.
Questa importantissima categoria di reperti archeologici è costituita da quegli oggetti di bronzo tipicamente sardi che vengono definiti mavicelle nuragiche.
Questi antichi reperti archeologici isolani, come fra poco si vedra, comprovano ampiamente che in epoca nuragica nel- l’Isola esisteva una marineria genuinamente sarda.
Essi, inoltre, comprovano pure che quest'antica marineria sarda era di gran lunga superiore a quelle di altri popoli del1'antichita quali Cretesi, Micenei, Fenici, Greci ed Etruschi che la storia esalta come i piii grandi navigatori del passato, unicamente perché essi, diversamente dai Sardi, sono stati, chi più chi meno, celebrati dagli autori classici e quindi dalla storia.
Gli antichi esemplari di navicelle nuragiche sinora catalogati da1l’archeologia sono circa 75, anche se in Sardegna sicuramente ne è stato ritrovato un numero di gran lunga maggiore.
Varie navicelle nuragiche, infatti, come tanti altri reperti archeologici sardi, non sono ufficialmente conosciute, perche traffici clandestini le hanno fatte confluire nelle collezioni
private dove vengono custodite segretamente.
Questi oggetti sono prevalentemente venuti alla luce ing Sardegna in aree, dove la Civilta Nuragica ha lasciato 1e sue piii vive impronte; queste aree risultano ubicate, oltre che
e presso le coste, anche nel retroterra a notevoli distanze dal mare; infatti, diversi esemplari di navicelle nuragiche sono stati reperiti anche nelle zone montagnose de11’inte1·no dell’Isola, come ad esempio nel territorio di Meana, di Oliena, di Orgosolo (Supramonte), di Aritzo (Texile), e di Teti (Abini), ecc.
Altri esemplari, non molto numerosi, sono stati reperiti anche ne11a penisola italiana, esattamente in Toscana e nel Lazio, in alcune antiche tombe etrusche (Cerveteri, Vetulonia Gravisca ecc.).

I modellini integri di queste antiche navicelle presentan ,una lunghezza massima di circa 28 cm.; tuttavia, sono sta ritrovati particolari frammenti di questi oggetti che, per loro proporzioni, lasciano desumere che sono esistiti esemplari più gtandi.Essi, inoltre, comprovano pure che quest'antica marineria sarda era di gran lunga superiore a quelle di altri popoli del1'antichita quali Cretesi, Micenei, Fenici, Greci ed Etruschi che la storia esalta come i piiù grandi navigatori del passato, unicamente perché essi, diversamente dai Sardi, sono stati, chi pin chi meno, celebrati dagli autori classici e quindi dalla storia.
Gli antichi esemplari di navicelle nuragiche sinora catalogati da1l’archeologia sono circa 75, anche se in Sardegna sicuramen tene e stato ritrovato un numero di gran lunga maggiore.
Varie navicelle nuragiche, infatti, come tanti altri reperti archeologici sardi, non sono ufficialmente conosciute, perche traffici clandestini le hanno fatte confluire nelle ollezioni
private dove vengono custodite segretamente.



COPIA RESIDUA DI QUESTO LIBRO PUO' RSSERE RICHIESTA A



Capitolo V

Lo Studio Tecnico delle Navicelle Nuragiche
I tipi di naviglio che gli antichi navigatori sardi hanno raffigurato negli ex-voto da essi offerti alla divinità, prima di partire per un'imp1·esa sul mare, o quando ne facevano ritorno, sono molto vari.
Essi, inoltre, appaiono completamente diversi dai modelli di navi di altri popoli dell’antichità, come si puo vedere nelle numerose iconografie riportate sulle sculture in pietra, su vasi dipinti, mosaici e monete o nei relitti di antichi naufragi disseminati lungo le coste 0 le antiche rotte di navigazione mediterranea.
Se si confrontano gli schemi dei tipi principali di navi sarde, che sono stati riprodotti nelle navicelle nuragiche, con quelli delle navi egiziane, cretesi, fenicie, greche e romane, si notanosubito delle notevoli e sostanziali differenze nelle forme e volumi degli scafi e soprattutto nell’apparat0 di tutte quelle loro sovrastrutture che determinano lo stesso allestimento di questi navigli; allestimento che, essendo stato dettato dalle modalità con cui il natante poteva eseguire la navigazione, ci permette, in base al principio di causa ed effetto, di determi-nare, con buona approssimazione, come queste navi operava- odotti nelle navicelle nuragiche, con quelli
delle navi egiziane, cretesi, fenicie, greche e romane, si notano subito delle notevoli e sostanziali differenze nelle forme e volumi degli scafi e soprattutto nell’apparat0 di tutte quelle
loro sovrastrutture che determinano lo stesso allestimento di questi navigli; allestimento che, essendo stato dettato dalle
modalita con cui il natante poteva eseguire la navigazione, ci
permette, in base al principio di causa ed effetto, di determi-
nare, con buona approssimazione, come queste navi operava-

no sul mare e lo stesso livello professionale delle loro ciu
Lo studio tecnico di questi antichi modelli di navi perm
con una certa approssimazione, anche di determinare le el
rienze cantieristiche dei loro costruttori e l’organizzazi
imprenditoriale dei loro armatori.
Queste differenze ci rivelano innanzitutto che la real`
zione dei navigli sardi e stata dettata, oltre che da capa
costruttive di alto livello tecnico, che solitamente sonoi
sultato di lunghe esperienze professionali, anche dal poss
di precise nozioni scientifiche sorprendentemente avan
che nel Mediterraneo, cosi come in tutti gli altri mari
nostro pianeta, risultavano sconosciute alle culture mari
protostoriche come pure a quelle meno antiche, per non
molto piu recenti.
Sostanzialmente tutto cio costituisce un grande ed aff
nante mistero storico ed archeologico perché ignoriamo
tutto dove, come e quando i Sardi abbiano elaborato 0 att`
queste ed altre importanti nozioni scientifiche che facev
parte della loro cultura.
Tuttavia non as dato, in questa sede, occuparci più di t
di questo problema, almeno perche esula dal nostro t
principale.
Iniziando l’analisi delle caratteristiche principali degli s delle antiche navi sarde ritratte nelle navicelle nuragich osserva, in primo luogo, che esse possono essere classifi
in due categorie fondamentali: quelle che hanno uno sca fondo piatto (fig.9) e quelle che lo hanno fondo curvo (fig. 10) .
Questa pero non e la sola differenza fondamentale che dis gue le navi che appartengono allaprima categoria da qui della seconda; esse presentano solitamente anche altredifferenze ..........................
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Tutti i risultati dello studio che abbiamo eseguito sul navicelle nuragiche, insieme con i dati storici ed archeolo al esaminati precedentemente, comprovano, con larghissimo m gine e contrariamente a quantoviene ancora stoltamente s stenuto, che i Sardi in epoca nuragica, ben lungi dal possede una congenita avversione per il mare, non s0l0 praticavano navigazione, ma possedevano anche una cultura marinara sl periore.
Essi avevano cioe un ricco bagaglio di nozioni di ingegnerl navale tale da denotare una lungaesperienza d'alt0 livel sull’arte della navigazione; esperienza che appare di gran lun ga superioreCiò appare evidente quando si riscontra che i mezzi nautici posseduti dai Veneziani, dai Genovesi, dai Pisani e dagli Amalfitani, 0 da Colombo, Caboto, Magellano e Vasco de Gama (ossia le galee, le caravelle ed i galeoni), risultano sul piano tecnico molto inferiori agli antichi modelli di navi sarde che sono raffigurati nelle navicelle nuragiche, almeno perché non sono dotati di tutte quelle varie caratteristiche atte a facilitare la navigazione, che sono invece riscontrabili in queste.
Se si confrontano, infatti, gli scafi delle galee, delle caravelle e dei galeoni con quelli riprodotti nelle navicelle nuragiche, ci si rende subito conto, a prima vista, della superiorita dinamica dei secondi e quindi della loro maggiore idoneita alla
navigazione.
Si constata, cioe, che galee, caravelle e galeoni hanno delle l
sagome siffatte da risultare ben poco conformi alle leggi che
regolano il moto dei solidi in un fluido; pertanto si puo as-
serire tranquillamente che questi tipi di navi possono essere
considerati dei veri e propri catafalchi galleggianti, come
d’alt1·onde e dimostrato dal fatto che le rotte mediterranee
parimenti a quelle oceaniche sono letteralmente disseminate
di numerosissimi relitti di queste navi colate a picco a causa
delle tempeste.
E' del tutto fuori discussione, conseguentemente, che i Sardi
in epoca nuragica abbiano svolto delle manifestazioni mari
nare che, per quei tempi e per numerosi secoli successivi,
possono, per il loro livello di superiorita, essere considerate
del tutto eccezionali.
Pertanto, appare ammissibile che questa stessa superiorita possa esserestata il supporto di un vero e proprio predominio marittimo, di cui abbiamo fatto gia cenno, che i Sardi in quei ....................................................

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