domenica 10 ottobre 2010

L' ACCULTURAZIONE DEI SARDI



L' ACCULTURAZIONE



DEI



SARDI





Parte I

FARE DIMENTICARE


PER


NON FARE SAPERE

La scoperta dei Giganti di Monti e Prama, ossia delle numerose statue di proporzioni superiori a quelle di un normale essere umane, ha assunto una molteplice importanza sensazionale poiché se da un lato comprova incisivamente che i Sardi, contrariamente a quanto sinora sostenuto dalla maggior parte degli esponenti della ricerca storica ed archeologica ufficiale, i Sardi in Epoca Nuragica manifestavano un grado di civiltà di gran lunga superiore a quello solitamente posseduto dalle primitive ed incolte organizzazioni tribali agro-pastorali, dall’altro ci permette di fare una amara riflessione su un aspetto poco edificante della Sardegna contemporanea.
E’ questo un aspetto tanto negativo da risultare assurdo e inconcepibile per ogni popolo civile che
, avendo il rispetto di se stesso, afferma spontaneamente e liberamente i propri valori e la propria dignità per cui ogni sardo dovrebbe averne vergogna e porvi riparo per tutelare la sua immagine davanti alla storia e a tutta l’Umanità.
Per capire tutta l’alto grado di gravità del menzionato aspetto negativo isolano, prima di indicarlo, è necessario chiarire che le statue nuragiche di Monte Prama, oltre il valore artistico, hanno soprattutto un valore storico perché esse costituivano uno dei mezzi principali con cui i Sardi anticamente manifestavano e affermavano la loro identità tramandando ai posteri le immagini degli eroi o insigni personaggi della loto società e ciò analogamente a ciò che hanno fatto e fanno ancora i popoli più grandi civili del passato e del presente.
Non è forse vero che nella maggior parte delle piazze delle città italiane ed europee compaiono grandi statue che raffigurano i grandi personaggi della storia antica o contemporanea locale ci sono e statue di sovrani, condottieri, poeti, musicisti, artisti, alti prelati ecc. ?
In Sardegna, invece, niente o quasi niente di tutto ciò poiché, a parte le statue di M. Prama, dal passato non ci è pervenuta nessuna statua che raffiguri un qualsiasi insigne personaggio sardo antico.
Tale carenza può essere giustificata da un o l’altra delle seguenti ipotesi:
1) - Fra i Sardi nel passato, dopo la scomparsa della Civiltà Nuragica, non sino più esistiti personaggi che per una loro particolare valenza fossero degni di essere ricordati nel tempo tramandando ai posteri la loro immagine mediante statue o iconografie.
2) Questi personaggi sono realmente esistiti e le loro statue o immagini sono state successivamente appositamente distrutte per non essere tramandate ai posteri come del resto è avvenuto anche per le statue nuragiche di M.Prama che sono state fatte a pezzi e buttate in un’antica discarica.
Delle due ipotesi quella più veritiera è senz’altro la seconda perchè è documentato che in Sardegna, specie nel Periodo Giudicale (VIII ;XV sec, d.C. ) , sono esistiti dei grandi personaggi di cui sono stati fatte sparire oltre che le loro immagini anche le loro sepolture per cancellare anche il loro nome dalla memoria storica dei Sardi.
Anche se la storia ufficiale non fa menzione dei loro nomi, si sa per certo, ad esempio, che in Sardegna sono esistiti dei grandi eroici condottieri che hanno salvato Roma ed il Vaticano ( quando per secoli hanno ripetutamente respinto i Saraceni quando tentarono di impadronirsi dell’Isola per potere poi più facilmente attaccare e distruggere la sede del mondo cristiano).
E’ parimenti certo che sono esistiti anche grandi legislatori, quelli che hanno realmente promulgato la Carta De Logu ( è infatti falso che questo avanzato corpo legislativo sia stato promulgato da Eleonora d’Arborea), per cui appare inverosimile che essi non siano stati commemorati, oltre che con iscrizioni su lapidi, immagini pittoriche, anche con statue
Si deve quindi concludere che la scomparsa delle statue, come quella di ogni altra documentazione, è stata operata attuata intenzionalmente con la loro distruzione od occultazione, per tramandare poi la menzogna che la storia dei Sardi sia stata tanto insignificante da non avere alcunché degno di essere tramandato ai posteri; il che equivale a dire che i Sardi non possono contare nulla nel presente perché non contavano nulla nel passato perchè un popolo privo di storia non è nessuno ed un popolo che è stato convinto che non è nessuno può essere facilmente plagiato per esser e impunemente rapinato di tutto ciò che possiede ed asservito nella propria terra.
Chiaramente tutto ciò rivela l’esistenza di un distruttivo processo di acculturazione che è stato e viene tuttora attuato, non solo confinando i valori della loro identità in uno sterile ed antiquato livello subculturale, ma soprattutto scippando ai Sardi la loro vera storia occultando nell’oblio importanti e gloriosi avvenimenti ed eccezionali personaggi della vita passata isolana mediante la distruzione od occultazione di tutto ciò che poteva testimoniare la loro esistenza includendovi pertanto oltre che le statue anche qualunque documentazione scritta e persino le sepolture.
La sempre più crescente alienazione storica ed identitaria dei Sardi, determinata dal forzato e gravoso stato di sudditanza politica, economica e culturale ad essi imposto con il loro subdolo e forzato inserimento nella sfera nazionale italiana, risalta con tutta la sua gravosa distruttività in un loro troppo diffuso complesso di inferiorità.
Tale complesso è chiaramente evidente in tutti quei Sardi i quali, senza rendersi conto di avere subito una vera e propria amputazione linguistica, mentale e spirituale rigettano se stessi, la lingua e il modo di vivere dei propri genitori, per esprimersi e vivere unicamente all’ italiana e illudendosi di essere italiani facendo amnesia della propria sardità.
Essi fanno tutto ciò convinti che stanno attuando il loro progresso civile senza capire che essi si stanno comportando come gli africani che, dopo essere stati inurbati dal neocolonialismo anche si adottato una parlata ed un modo di vivere ed ideali esistenziali che sono altamente distruttivi perché stanno generando un sempre più crescente degrado identitario e sono in opposizione alle loro più vitali esigenze evolutive.
Il crescente degrado identutario che stanno subendo i Sardi appare ancora più incisivamente rimarcato dalla totale vergognosa disattenzione che essi mostrano ancora nei riguardi di coloro che pochi secoli or sono hanno stati martirizzati dalla quanto mai oscena e feroce violenza con cui i Savoia hanno represso ogni opposizione per confinare la Sardegna nell’isolamento per rapinara impunemente di tute le sue risorse.
Su tutto ciò c’è nell’Isola un silenzio quasi assoluto perchè ne i testi di storia ufficiale monumenti o lapidi o iscrizioni nei grandi o piccoli centri abitati della Sardegna commemorano i numerosi Sardi, del tutto innocenti che furono sottoposti ad una vera e propria macellazione dopo avere subito orrendi supplizi.
Così, ad esempio, nella città di Sassari nessuna lapide commemora coloro che furono crudelmente trucidati dalla spaventosa repressione regia che venne attuata alcuni mesi dopo la non sanguinosa sommossa popolare del 29 Aprile dell’anno 1780, quando la popolazione affamata dalla speculazione sul prezzo del grano operata dal disonesto governatore Maccarani, senza colpo ferire pose in fuga la trippa regia per saccheggiare liberamente un deposito di grano governativo. colpevoli
Infatti circa cento popolani, uomini e donne, solo di avere rubato un di grano per potere sfamare i figli , dopo essere stati imprigionati con l’accusa di resistenza alla truppa regia furono prima per diversi giorni sottoposti alla tortura delligni forpice ( lacerazione delle membra con un forbicione arroventato) per essere poi posti in un carro a buoi per essere condotti nel palco del pubblico supplizio per subire durante il tragitto l’amputazione delle mani e la cauterizzazione dei moncherini nell’olio bollente.
Shl palco del supplizio ognuno di questi poveri disgraziati, dopo aver subito ulteriori torture, innanzi al popolo, veniva impiccato e poi decapitato e squartato per lasciare la sua testa e i quarti del corpo infilzati in una picca e in ganci dei macellai che rimasero per molti giorni esposti alla popolazione sassarese come pubblico ammonimento.
Si sa che dopo la macellazione all’mgrosso di tanti popolani sassaresi per ripulire la piazza del patibolo dal sangue umano che la imbrattava per numerosi giorni furono versati centinaia e centinaia di secch d’acqua.
Si sa pure che con tale lavaggio non si concluse non concluse la condanna degli antenati di molti Sassaresi poiché venne vietato dare una cristiana ai loro miseri resti per cui vennero sparsi al vento dopo essere stati inceneriti mentre; si sa pure che i loro parenti sino al terzo grado venivano ridotti in miseria dall’obbligo di pagare le ingentissime spese processuali e gli alti compensi spettanti al boia e ad ogni altro esecutore della condanna.
Questo spaventoso trattamento venne applicato dai Savoia ub tutta la Sardegna ed in particolare colare a quei Sardi che reagirono quando dopo essere stati costretti a dare nelle loro case alloggio e vito gratuiti ad un appartenente alla Truppa Regia ebbero moglie e figlie stuprate.
Anche a Bono,, a Thiesi e in altri centri abitati del Logudoro un cippo, una lapide ricorda i nomi dei compaesani trucidati dalla malvagia e feroce repressione antiangioina che non risparmiò nemmeno le donne che furono inesorabilmente uccise dopo essere state stuprate e aver subito l’amputazione dei seni.
Questo terrorismo giudiziario in Sardegna venne particolarmente intensificato dal ministro Bogino per cui ancora oggi la peggiore bestemmia in Sardegna è:
Ancu ti curgiara su Buginu
Parimenti anche in Cagliati niente ricorda Francesco Cilloco e ad altri cagliaritani che subirono il martirio ordinato dai reali Savòia per tutti i Sardi che si opposero alla loro tirannia rapinatrice perché amavano la loro famiglia, il popolo a cui appartenevano e la loro terra più della propria vita.
Non ci appare giusto che qualcuno abbia chiesto il rinvio a giudizio Batista Cumpostu perché qualcuno del suo partito ha avuto il coraggio di scrivere Porci Savoia, poiché per un senso di onesta giustizia storica dovrebbero essere citati in giudizio in una corte di giustizia internazionale gli eredi dei Savoia e lo stesso Stato Italiano affinchè quest’ultimo devolva al Popolo Sardo l’ingente patrimonio sequestrato ai primi (on occasione de
dell’abolizione della monarchia) per ripagarlo almeno parzialmente del grande male subito dal 1720 al 1946; ciò perché la ricchezza dei Savoia come quella del Nord Italia è stata ottenuta generando l’attuale miseria dei Sardi.
Comunque la generale disattenzione ed incuranza che i Sardi hanno per i martiri e gli eroi del loro passato lontano e recente del loro popolo, anche se in gran parte è dovuta alla disidentizzazione che stanno subendo, non può assolutamente essere giustificata non solo pèrchè è vergognosamente lesiva della loro dignità storica ma soprattutto pèrchè equivale a mettersi con le proprie mani quel cappio al collo con le proprie mani che determinerà la loro fine come popolo.
Pertanto così come gli Ebrei hanno stabilito che non si deve dimenticare il male subito per continuare a esistere e a crescere, pertanto Consigli Comunali isoani, prima di spendere le loro scarse risorse per organizzare esosi concerti di insulsi cantanti continentali farebbero molto meglio a porre rimedio a questa grande vergogna isolana, per dimostrare a se stessi e al mondo intero che essi possono e vogliono ancora una volta essere qualcuno nella futura Storia del Mediterraneo.


F. Bruno Vacca

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