lunedì 14 dicembre 2015


Noi sardi non siamo Italiani

Noi Sardi apparteniamo ad una razza che  geneticamente non solo è radicalmente diversa da quella italiana ma è anche più antica di essa di almeno 2400 anni.

Siamo geneticamente diversi non solo per aspetto e costituzione  fisica, ma soprattutto per il DNA, per  longevità e per la nostra psiche che ci porta a concepire la vita e a comportarci  in genere in modo  non uguale a quello degli Italiani.

Pertanto, anche il percorso della nostra storia non solo è molto più antico di quello del Popolo Italiano ma è anche sostanzialmente diverso poiché diversi sono gli eventi che lo hanno caratterizzato, come pure sono anche le manifestazioni Popolo Sardo ha che lo hanno caratterizzato in modo particolare.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Infatti, ad esempio, poiché il mare che circonda la  Sardegna è stato una valida difesa contro la maggior parte delle invasioni barbariche che ha subito la Penisola Italiana, il Popolo Sardo ha potuto meglio preservare la sua omogeneità della sua etnia e con essa la sua identità spirituale e culturale da quelle contaminazioni etniche e culturali che progressivamente hanno portato i diversi popoli   barbari quando   si  sono via via fusi  via via con le con le popolazioni latine e latinizzate dando così luogo alla formazione di quella variegata etnia che viene definita Popolo Italiano.

Cio' spiega perché noi Sardi parlano una lingua che, anche se rivela una parziale latinizzazione,  risulta totalmente incomprensibile a  tutti gli Italiani e perché  manifestano tradizioni e un folklore completamente diverso  ed anche notevolmente più ricco e diverso da quello degli Italiani e da quello di qualsiasi  altro popolo  europeo.

Al tutto c'è da aggiungere  che  i Sardi,  in linea di massima, sono  dotati di una psiche che rivela  un modo di vivere anticlassico  perchè  è umanamente orientato sull'essere e quindi opposto  a quello classico degli Italiani che prevalentemente tende a quell' apparire o vivere  ostentando una grande ricerca e cura  della bellezza e della grandezza  che pur avendo creato meravigliose opere d'arte n ogni campo  attenute mediante lo sfruttamento che l'essere umano impunemente continua ad esercitare sui propri  simili.

Che noi Sardi non siamo Italiani è ben noto agli Italiani è ben noto agli Italiani  sia perché spesso e volentieri non ci trattano come loro connazionali ma sopratutto perché per opportunismo ribadiscono l'altisonante menzogna che noi Sardi siamo una Minoranza etnico linguistica dell' Italia.  

Infatti, tale affermazione sarebbe validamente vera solo se il territorio popolato dai  Sardi, analogamente  a quello degli Altoatesini e dei FriulaniI, fosse parte  integrale della Penisola Italiana.

Ma poiché la Sardegna  è geograficamente distante e completamente separata dall'Italia per mezzo del mare, come è controllabile in qualsiasi  dizionario o enciclopedia,  conformemente alla definizione della parola nazione,  si deve scientificamente affermare che per le  sue caratteristiche genetiche , linguistiche e per la sua particolare  identità il Popolo Sardo costituisce una Nazione; anzi la più antica e famosa nazione che da oltre 3900 esiste nel Mediterraneo anni possedendo  come patria e  proprio spazio vitale tutta la Sardegna e le sue isole  minori, ossia noi Sardi costituiamo una Nazione Sarda da ben circa 2700 anni prima della stessa formazione della Nazione Italiana.  Tutto ciò è più che ben storicamente noto anche in campo internazionale perché la Dichiarazione Universale dei diritti degli esseri umani e dei Popoli proclamata nel 1948 dall'O.N.U. appunto  lascia desumere che:

 il Popolo  Sardo è Nazione e che, come tale, ha  diritto alla sua Libertà e alla sua Indipendenza e quindi ha il diritto  di esprimere un proprio  governo ed a non sottostare a nessun genere di condizionamenti da parte di qualsiasi altra nazione. Tuttavia il  Governo Italiano non ha mai voluto recepire il proclama dell'O.N.U. perché, come si chiarirà in seguito, è stato sempre mosso in modo estremamente biasimevole, da grandi e precisi interessi coloniali che lo hanno costantemente  portato a condizionare negativamente, con ogni sorta di inganni politici, culturali  ed economici, la vita  e il destino di  noi Sardi per asservirci e usurpare tutte le più ricche risorse e possibilità di progresso economico e civile della nostra Isola; risorse che appartengono esclusivamente a noi Sardi per inconfutabile diritto naturale.

La Dichiarazione Universale dell'O.N.U. volutamente  è stata ignorata e disattesa  completamente  anche dal Governo Americano  e dagli altri suoi governi alleati quando hanno determinato il riassetto politico postbellico dell'Europa perché a tutti i nuovi governi europei inseriti nel Patto Atlantico faceva molto comodo avere nel centro del Mediterraneo una grande isola come la Sardegna a loro concessa dal Governo Italiano  dietro laute compensazioni senza mai interpellare i Sardi e soprattutto senza mai risarcirli con  il dovuto giusto indennizzo  per  tutti i gravissimi danni che ciò  ha causato e causa tuttora al loro  territorio, al loro mare, alla loro economia  e soprattutto  alla loro salute.

Si può comunque constatare  che tutti  gli ingenti danni che queste  servitù  militari  portano  a una larga parte del territorio isolano  e alla gente che ci vive  sono ben poca cosa  rispetto alla grande rovina  che  tutto il Popolo  Sardo  ha subito e tuttora subisce sottostando da oltre 153 anni alle  iniquità del malgoverno italiano.

Per tutte le risultanze storiche la grande rovina  dall'Italia ha iniziato ad arrivare in Sardegna ben prima della nascita dello  stato unitario italiano e del relativo  governo; quando, dopo l'anno 1720 in cui l' Inghilterra consegnò il Regno di Sardegna  al  servizievole duca Amedeo di Savoia, una fatiscente galea ( anni prima  requisita in  Sicilia  dal  duca  di Savoia)  scortata dalla potente flotta inglese  apProdo'  a Cagliari per sbarcarvi il  primo vice re  con la così detta Truppa Regia  Piemontese ( costituita da appena mille armati ( in prevalenza  ergastolani graziati e soldati  mercenari stranieri) per costituire per oltre un secolo  il presidio militare dell'isola.

Tramite  questa  Truppa Regia successivamente nell'Isola scatenarono un secolare  e spaventoso terrorismo  nella popolazione isolana.

Con grande crudeltà hanno soffocato nel sangue ogni minima opposizione dei Sardi per poterli impunemente  depredare  di tutto impartendo  per futili reati,come il furto  di un sacco di grano o  per minima  reazione contro le violenze le ruberie e altri soprusi dei soldato della

Truppa Reggia, impartivano condanne a morte attuate previe atroci  e spaventose torture con forbucu arroventate  amputazione delle mani che  si cocludevano con l'pmpicaggione del condannato e successiva decapitazione e squartamento del suo corpo  per esporre  per lasciare poi per numerosi giorni  la testa  infilata inuna cima  e i qurti del suo corp   appesi ai ganci dei maccellai esposti nel palco l a pubblico ammonimento.

  Tutto ciò non viene rivelato ai Sardi contemporanei  dai testi ufficiali di storia sarda perché è meglio che essi ignorino del tutto il grande male che i Savoia hanno fatto ai loro ai loro antenati  affinchè non abbiano la  tentazione d rivendicare  un giusto indennizzo.

terroismoimpunemente hanno oltremodo impoverito i  Sardi con tributi e balzelli esosissi, con monopoli e con tutto ciò che erano in grado di poter portare via dalla Sardegna traendo dall'Isola ingentissimi guadagni con i quali hanno posto fine alla secolare indigenza economica dei Piemontesi ed abbellire Torino ed altri loro centri urbani rendendo poverissima la città di Cagliari  e  tutta la popolazione  isolana.

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In 153 annus   asutta su Guvernu Italianu  su Populu  Sardu non scetti esti  istetiu spollau de ognia beni dessa terra sua kemi ottenniri nudda  ma esti Istetiu portau a una miseria aicci manna ki cunfinara  Kun una sorti aicci m ki desti  portendu  ass'agonia.

Ma la rovina  e la rapina più distruttiva in Sardegna  è arrivata  dopo che Carlo Alberto mediante un disdicevole e vergognoso inganno politico , senza interpellare  il Popolo  Sardo, col favore della nobiltà  e della nobiltà e della Chiesa isolane ( di cui prevalentemente facevano parte nobili ed alti prelati non sardi ) perdendo i la sua autonomia, la Sardegna è stata Annessa agli Stati Continentali Italiani  dietro una  mendace  garanzia verbale che, dopo questo avvenimento gli Italiani avrebbero considerato i Sardi come loro fratelli  e portato un grande progresso  moderno e un grande  benessere alla vita dei Sardi.

Pertanto mediante questo  disonesto atto biasimevole espediente politico, quando dopo qualche decennio, nel 1861 nacque lo Stato        Italiano, a partire da Camillo BenSo conte di Cavour ( Eletto al Parlamento  Italiano carpendo la buonafede dei  Sardi nel colleggio elettorale di Iglesias) sono iniziati i grossi guai per il Popolo Sardo e per la Sardegna.

Infatti, questo grande personaggio storico con la sua ghenga  politica che includeva i nobili contI, Baudi Vesme, Massimo d'Azzdglio, Alberto La Marmora e il cugino del Cavour) varando  opportune leggi, si sono impadronit, con concessioni governative opportunamente manovrate,  delle più ricche risorse  isolane  per dare inizio alla grande spoliazione epocale subita dal Popolo Sardo il quale, per inconfutabile  Diritto Naturale è l' unico indiscutibile   vero ed esclusivo padrone di ogni risorsa esistente nella terra e nel mare della Sardegna.

Così in maniera sempre più crescente, a partire dalla seconda metà dell' 800'  gli Italiani sino a tutto il secolo scorso sono state rapinate al  Popolo Sardo circa 80 milioni  di tonnellate di minerali pregiati  di rame, ferro,argento, piombo che sono state trasferite  in Italia per industrializzare e arrcchire le regioni settentrionali a spese dei Sardi.

E' calcolabile  che il valore attuale del patrimonio minerario rapinato all'Isola è tanto ingente da poter sovvenzionare diversi Piani di Rinascita della Sardegna.

All'ingentissimo quantitativo dei minerali  sardi inviato in Italia va poi aggiunto quello abbastanza notevole che  gli Italiani hanno venduto al Belgio, all' Inghilterra e alla Francia.

La  rapina delle ricchezze minerarie sarde  in tua la seconda metà dell'800' è stata eseguita  quasi in modo famelico per conseguire il massimo guadagno con una spesa  del tutto irrisoria e pertanto,  senza  spendere capitali per una adeguata attrezzatura  tecnica  nelle miniere del Sulcis per una paga  del tutto irrisoria i minatori sardi lavorando più di dieci ore al  giorno in fondo alle miniere ed erano costretti a fare anche da animali da soma perche legati ai carrelli colmi di minerale con i finimenti dei buoi  li doveno trainarli  sino alla superficie dove  le loro donne e  i loro bambini, lavorando  faticosamente sotto  il sole e   le intemperie li frantumavano  con  pestelli per sottoporli poi a una prima rudimentale lavorazione  con arsenico  ricevere poi una paga di pochi soldi appena duffocoenti per comprare il pane.

Sono arrivati al punto di utilizzare i bambini sardi di cinque o sei anni per accendere le mine  poiché  per la loro piccola statura erano idonei ad attraversare gli stretti e lunghi  cunicoli per accendere le micce. dell'esplosivo

Ma poiché a questi ladri  che con l'autorizzazione  del Governo Italiano non bastava svuotare le miniere isolane, poiché per fondere i minerali era necessario il carbon fossile del Bacino della Ruhr, per risparmiare questa spesa, hanno inviato nell'Isola  squadroni di carbonari toscani per trasformare in carbone necessario alle nascenti industrie  italiane ben  120.000 ettari di boschi secolari.

il  Governo Italiano ha  fatto  quest'altro scempio  nell' Isola impadronendosi di prepotenza dei cosi detti adenpriviri che erano una estesissima parte del territorio isolano che  costituiva le proprietà feudali della nobiltà  e della Chiesa che precedentemente erano  state  abolite  mediante un alto indennizzo pagato dal Popolo Sardo.

Tali avvenimenti palesemente pongono chiaramente in evidenza  che  il grande benessere ed il progresso moderno che  i Sardi avrebbero dovuto migliorare  la vita isolana dopo  breve tempo dall'Annessione  della Sardegna alla nascente Italia non erano altro che  false  promesse  politiche fatte con vuote  parole destinate  ad essere  disperse nel nulla perché erano prive di qualsivoglia grado di onesta politica.

   Attualmente nel Sulcis e nelle altre zone minerarie isolane,  dopo che  tutte le loro ricche risorse sono state prelevate  per arricchire l' Italia  senza  dare acun compenso ai Sardi, resta qualcosa che è di gran lunga ben peggiore di un bel nulla: restano  solo  vaste estensioni territoriali rese sterili dall'arsenico e altre  sostanze velenose  che nel tempo le piogge e il vento hanno sparso ovunque s grandi distanze, sotto le quali ci sono ele profonde e buie e vuote cavità  delle dismesse che secondo l'ennesima presa in giro dei politicanti italiani, i Sardi potrebbero  usare come attrazioni turistiche di una archeologia industriale.

Non tutti sanno che nello steso tempo in cui  il Cavour  iniziava a fare svuotare dal Baudi Vesme le miniere sarde dei loro preziosi contenuti, impedì che ka Sardegna venisse industrializzata modernamente  proibendo ad alcuni imprenditori norvegesi di impiantare  in Sardegna delle industrie atte  alla lavorazione  dei  minerali sardi per la produzione  finale di utensili e altri manufatti di uso wuotidiano  Cagliari di  moderni cantieri navali e di  un grande  bacino di carenaggio per  realizzarvi la principale  stazione  di servizi  navali del Mediterraneo  per dare  assistenza al nuovi intensi traffici navali  che scorrevano innanzi al Golfo di Cagliari Conseguentemente  alla recente apertura del Canale di Suez.

Cosi il Governo Italiano, da  allora in poi, contrassegno' negativamente  il futuro della Sardegna impedendo  che Cagliari attuando la sua più  spontanea e proficua funzione nel Mediterraneo  potesse  dare traslare l'importanza  dei Porti di Genova e di Napoli in secondo piano.

Cio spiega perché da allora in poi il Governo Italiano in Sardegna, contrariamente da quello che ha fatto in Sicilia,  col pretesto della falsità storica che i Sardi sono geneticamente alieni al mare  non ha mai incentivato nell' Isola alcuna attività marinara e pertqnto, cont rariamen t e da quel che  è accaduto in Sicilia i Sardi sono rimasti privi di una facoltà d'ingegneria navale e di  qualsiasi corso di istruzione professionale relativo alle attività marinare  che includono persino la pesca con l'eccezione di due  scadenti istituti nautici che diplomano solo ufficiali di macchia.

Contemporaneamente il Governo Italiano per impedire che  la Sardegna potesse avere  delle attività marnare concorrenziali che sicuramente sarebbero state favorite dai suoi 1890 Km  di coste dotate di vari porti naturali e di approdi riparati dalle furie del mare, ha favorito costantemente la

monopolizzazione dei trasporti da parte delle compagnie navali italiane che con il ladrocinio di tariffe   ultra esose hanno sempre condizionato negativamente i traffici civili e commerciali isolani col mondo extra insulare     f le quali restano particolarmente  famose dal passato ai giorni nostri  la Rubatino, la Tirrenia e la Moby Line.   

Tramite tale monopolio dei trasporti marittimi Il governo Italiano ha mantenuti  un vero  apartaid dei Sardi che era stato instaurato dai Piemontesi imponendo  ai contadini e ai pastori sardi  di non  pascolare a meno di cinque miglia dalle coste isolane  e frapponendo fra essi ed il  loro mare con comunità fatte arrivare non solo dall' Italia e persino dalla Grecia , ma lo ha  anche notevolmente  rinforzato  privando i Sardi  di tutte quegli organi culturali che potevano  determinare il riappropriarsi del loro mare quali  una facoltà d' Ingegneria Navale e  scuole  di istruzione  professionale per qualsiasi attività  marinara  sarda  soprattutto nel settore navale  comunemente presenti nella Penisola Italiana  e persino in Sicilia.                                                                                                      

 

 

A ttività navali che con l'apertura di una facoltà d'Ingegneria navale né con altri centri di istruzione professionale marinara togliendo il falso pretesto che i Sardi sono geneticamente alieni al mare.

A tutto l' operato negativo che nella seconda metà dell'800' il Governo Italiano ha svolto nei confronti dei Sardi e della Sardegna il più distruttivo  danno sicuramente ha proibizione di esportare  il bestiame in Francia  nel corso della così detta Guerra delle Dogane , facendo mancare così ai Sardi quei  guadagni necessari  per tirare  avanti.

Drammatica fu la conseguenza che tale  divieto italiano ebbe  nella vita isolana poiché essa fu colpita da una miseria cos' grande che spinse molta gente a nutrirsi quasi  esclusivamente col  pane di ghiande e con erbe selvatiche .

Inoltre, poiché  allevatori  e contadini non avevano più i soldi per pagare le tasse e contribuiti  vari imposti dal Governo Italiano questo fece  eseguire nella sola Isola  ben il doppio dei sequestri  giudiziari nell'intera Penisola  Italiana,  arrivando al punto vergognoso  di numerosi casi in cui per qualche lira di tasse non pagate vennero smontati anche i tetti delle case per sequestrarne  le tegole.

Conseguentemente arrivarono dall'Italia numerosi tristi personaggi per acquistare in aste truccate  per un prezzo irrisorio, case, fattorie , armenti e  appezzamenti  di terreno grandi e piccoli per cui alcuni  cosi detti  fratelli italiani sbarcavano nell'Isola per potere  acquistare  nelle aste opportunamente truccate  notevoli estensioni territoriali per un prezzo irrisorio.

Così in Sardegna in mano italiana  sono tate costituite proprietà  terriere gigantesche come quella che  partiva dal paese di Gavoi sino a Nurallao mentre nelle stesse a zona migliaia di  famiglie  non avevano nemmeno  pochi metri  quadri di terreno per coltivarvi  un patate e fagioli  necessari  per la loro sopravvivenza.

Le più gravose conseguenze di tale miseria fu la nascita delle bardane  e con esse  quella del Banditismo Sardo e parallelamente quel  grande flusso emigratorio dei Sardi che  per non finire in galera  abbandonarono l'Isola per  cercare  pane  e lavoro,  prima persino  in Tunisia e Algeria e poi nelle Americhe.

Anche se  manca una  documentazione sull'entità di  questo  flusso  emigratorio ottocentesco sardo  appare verosimile che  esso abbia decurtato la popolazione isolana di almeno 300.000 unità poiché essa all'inizio del 900' contava  appena  900.000 abitanti.

Il maggiore danno il Popolo Sardo da parte del Governo Italiano  lo ha subito quando ha costretto dal 1915 al 1918  ben 220.000 Sardi a  partire per  combattere nella Prima  Guerra Mondiale  per cui  l'Isola venne privata  dell' intera   generazione  maschile lavorativa che costituiva il  22% dell'9ntera popolazione isolana che allora contava   1 milione di abitanti con gravissime conseguenza per la vita isolana e in particolare  l'economia  isolana dr quel periodo e per gli anni futuri perché essa quasi la metà  dei richiamati sardi non fece più ritorno in Sardegna mentre la parte degli invalidiera scarsamente idonea al lavoro.

Infatti  dei 750.000 caduti  che l'Italia ebbe in tale conflitto ben 100.000  erano Sardi,  così come  dei 454.000 invalidi italiani  i Sardi erano  circa  69.000;  quindi i così detti Fratelli  Italiani trattarono i Sardi come carne  da macello mandandoli quasi  costantemente in prima linea  e arrivarono sino al punto di  sottoporre alla decimazione  quelli  che  facevano parte  della  Brigata Sassari anche se si erano resi famosi per il loro eccezionale eroismo, quando  protestarono perché dovevano costantemente,  senza alcun cambio o riposo fare da bersagli andando a combattere in prima linea.

L'inganno più beffardo  che il Governo Italiano ha fatto al Popolo Sardo ha avuto luogo nell'anno 1948 quando,  passando dalla dittatura fascista ad una  democrazia che risulta  tale solo apparentemente ha con l'istituzione  della Regione Sardegna  gli ha concesso al un'autonomia scritta nell'acqua poiché  è stata sempre  regolata  da uno Statuto Speciale che  dopo essere  stato  elaborato da una Consulta  Sarda molto sprovvedutamente  è stato fatto  decurtare  e correggere  opportunamente   dallo  stesso Governo  italiano in modo  che i  rapporti  dei Sardi con le            ogni istituzione italiana permanessero  confinati   in un neocolomialismo.

Si è fatto cioè on modo che il governo Italiano potesse continuare  a comandare  e a sfruttare  la Sardegna  come prima e  peggio di prima liberamente senza alcuna opposizione e tutto cio'  è stato vergognosamente possibile perché la maggior parte dei personaggi politici  sardi,  ieri come oggi, erano  affiliati ai partiti politici italiani e pertanto  per  ignoranza  o incapacità hanno sempre  ignorato e trascurato i fondamentali problemi  dei Sardi.

Parimenti  tutto cio'  è stato possibile perché è mancata oltre che l'opposizione  dei politica anche anche quella popolare perché  astutamente, mediante   un processo di dessardizzazione  fondata su  falsi storici  hanno confinato 'identità sarda on un campo sub-culturale per cui  la maggior parte  dei Sardi meno erroneamente  convinti di essere  inferiori agli Italiani credendo di progredire  sono  stati indotti a lasciati acculturare e integrare  nel sistema  italiano con un ruolo oggettivo del tutto passivamente privo  di ogni facoltà decisionale in tutto  quel che  accadeva  nella loro vita e nella loro terra.

E' quindi mancata e manca ancora una sana, giusta  e forte opposizione a causa  di questo astuto plagio che subiscono i Sardi poiché  anche se mutilati della loro ingua  parlano e  vivono come  gli Italiani credendo di progredire civilmente  a tutti gli effetti legati da catene invisibili sono oggettivizzati insieme  alla loro terra  da ogni interesse neocoloniale italiano  mentre risalta sua ceca e totale sottomissione all'Italia dettata  da una  umiliante svalutazione  di se stessi e  da una concomitante sopravalutare acritica del'italianità.

Si capisce, pertanto, perché anche in  questo  periodo  per un eccessivo  servilismo della classe politica isolana e  per la sua  noncuranza  per la gravissima situazione   in cui versa il Popolo Sardo impunemente  continua a perdurare  la rapina italiana  di tutte le risorse  e opportunità economiche isolane  e con essa il monopolio dei trasporti marittimi  isolani  con un quasi totale condiziomamento  del commercio e del  d' importazione  e d'esportazione e del turismo  della Sardegna  col l'amaro risultato  di annichilire l' economia isolan e con essa la possibilità di realizzare un  sano, reale e duraturo progresso  della vita  civile sarda.

si capisce anche perché I  Sardi  quasi passivamente  si lasciano integrare in maniera crescente in un sistema politico, economico e culturale che inibisce la loro  naturali capacità evolutive  in una strumentalizzazione in un  servile ruolo  passivo insieme alla loro  terra.

Successivamente la gravissima situazione  della Sardegna e del suo popolo  muto' più formalmente che sostanzialmente perchè i Sardi dal Governo italiano continuarono ad essere  sfruttati e ingannati anche peggio di prima all'ombra della demagogia e della retorica  pseudo  democraticamente continuarono a svuotare le miniere con maggiore intensità mentre coll' aggravante  delle numerose flottiglie di pescatori dalle coste liguri, toscani, campani e siciliani iniziarono  a saccheggiare in modo sempre più crescente  la rinomata e ricca pescosità  del mare  sardo  e a fare  sparire quasi completamente  i banchi coralliferi  delle sue coste traendo ingentissimi  guadagni  dalla lavorazione del rinomato corallo sardo denominato  pelle d'angelo  alla faccia  del Popolo Sardo che  continuava a rimanere in una specie  di appartaid  che non era soltanto  sociale, economico e culturale ma anche amministrativo peiché in ogni settore le cariche dirigenziali erano prevalentemente occupate  da personaggi   che arrivavano dall'Italia o da isolani di origine italiana.                           

Nel  corso  del ventennio fascista quindi la  Sardegna non diversamente dal periodo precedente venne trattata dal Governo Italiano, peggio delle sue  colonie africane , cioè come una  terra dalla quale tutto si doveva  prendere senza nulla o quasi  nulla lasciare.

 Tale fatto' palesemente  dimostra la madornale  beffa  che i Sardi subirono con l'attuazione  della tanto sbandierata Legge Miliardo che il Governo Fascista  varo' in favore della Sardegna  poiché  i terreni bonificatl non vennero ceduti ai contadini  isolani poiché vennero occupati da operatori agricoli e allevatori appositamente inviati in Sardegna per essere dotati di strutture e attrezzature moderna che includevano  impianti  di irrigazione, mungitrici automatiche, potenti trattori, mietitrici

 mentre, per contro, il  povero contadino sardo invocando la pioggia continuava ad  arare il suo misero campicello con un rudimentale aratro di duro legno tirato da un bue.

Contemporaneamente anche nel Periodo  Fascista si fece in modo che in Sardegna non sorgesse le anche industrie più elementari  per  la produzione di beni di prima necessità persino nel settore conserviero alimentare o per manufatti  che potevano essere prodotti con materie prime abbondantemente  presenti nel'Isola perché in Roma  avevano stabilito che l'Isola doveva avere il ruolo  di fonte di materie  prime al più basso costo possibile e doveva dipendere  integralmente  per ogni  sua necessità da importazioni italiane in modo  che  la maggior  parte del suo modesto reddito venisse  automaticamente incanalato  verso Italia in modo da farla permanere in un  perenne stato di indigenza economica atto a impedire  ogni  importante iniziativa imprenditoriale dei Sardi e a continuare la loro emigrazione.

Comunque  la beffa peggiore da parte italiana  il Popolo Sardo l'ha subita dopo che  la Regione sarda  ha varato  Il Piano d il detto italiano è stato reso  cornuto e mazzato .

E' stato fatto cornuto perché prevalentemente i fondi destinati ad un  reale miglioramenti della grave situazione economica e sociale  sarda sono stati astutamente deviati e incassati da  imprenditori italiani che operano nel settore petrolchimico e derivati e  fra i quali sono rimasti famosi nell'Isola Rovelli e Moratti e vari altri della medesima  o simile categoria  i quali prospettando una grande miriade di nuovi e ben remunerati posti di lavoro per i Sardi hanno fatto  sorgere  in diverse località  isolame delle industrie di  prima trasformazione che nessuno voleva in Italia perché pericolosamente inquinati  le quali sono  state era state propagandate dai politici isolani con la  falsa promessa che avrebbero  dato lavoro ad un  notevole numero di  Sardi  mentre per contro  me hanno occupato un numero molto limitato perché  il personale tecnico e dirigente era quasi tutto continentale.

       E' lecito affermare che questo genere di industrializzazione  ha reso il Popolo Sardo cornuto e mazzato perché l'inganno che ha portato nell'Isola è reso evidente dal fatto che bon ha risolto  il problema della disoccupazione poiché dal 1950 al 1970  circa  sono stati costretti ad emigrare non  solo  oltre 500.000 Sardi ma  anche numerose migliaia di pecore con i loro pastori che sono state  portate a pascolare in Toscana e nel Lazio,  forse per porre rimedio alla bugia italiana secondo cui una larga parte formaggio  prodotto in Sardegna veniva definita Pecorino Romano.

Parimenti il Popolo Sardo, ha scoperto di essere anche mazziato solo quando queste neoindustrie isolane dopo alcuni decenni hanno iniziato a chiuso i battenti per fallimento o altra causa hanno lasciando il loro operai disoccupati ma  e anche tutto l'ambiente circostante terrestre e marino si pesantemente inquinato e bonificabile solo a  spese  isolane.

Una ulteriore beffa non di certo inferiore alla  precedente il Popolo Sardo dal Governo Italiano la ha incassata  quando  nell'isola 

quasi contemporaneamente al Piano di Rinascita, è apparso ben il 60% delle Servitù Militari con la forzata occupazione di ben 40.000 ettari di territorio e centinaia  di  km. di coste che sono stati sottratti   all' agricoltura, al turismo e alla  pesca senza ripagare le popolazioni locali con il giusto   dovuto indennizzo.

Per contro  il Governo Italiano incassa un ingentissimo  guadagno destinando ben 24.000 ettari di territorio sardo e relative coste con il mare prospiciente alla creazione di tre importantissime basi militari  ubicate rispettivamente  a Capo  S. Lorenzo, Teuiada e Capo Frasca  che vengono  affittate periodicamente a tutte le potenze militari della N.A.T.O. per svolgervi ogni sorta di esercitazioni militari terrestri, navali ed aree con un conseguente pericolosissimo inquinamento dell' ambiente terrestre e marino a causa dei numerosissimi  proiettili  e missili a base di uranio impoverito e altri materiali radioattivi che vengono sparati  di cui alcuni spesso  finiscono  inesplosi i mezzo zllz vegetazione  o nel fondo del mare.               Queste pericolosissime basi militarti sono state realizzate annullando l'opposizione popolare   diffondendo la menzogna che esse avrebbero  dato  numerosi posti di lavoro e un notevole benessere agli abitanti dei paesi vicini mentre  invece hanno portato solo miseria morte  inquinando mortalmente il territorio e gli  abitati per cui molte donne  hanno partorito neonati  che  presentavano  orribili anomalie fisiche riscontrate anche negli agnelli appena nati  e  molti pastori sono  morti a causa dei linfomi.

stati riscontrati nel mare dell' isola della Maddalena   causati dalla presenza di una base navale dismessa che il Governo Italiano aveva affittato agli Americani .

Lo stato negativo della vita isolana determinato dai menzionati avvenimenti si  acutizza  in maniera accentuata  nell'ultimo ventennio del XX  secolo quando gli Italiani finiscono di svuotare totalmente le miniere sarde  e chiudono i battenti la maggior parte  delle industrie fallimentari create con i fondi del Piano di Rinascita, la gente  si rende conto che nell'Isola è rimasto poco  o nulla poiché  sono scomparsi  o sono in grande  crisi anche  i tradizionali  supporti della tradizionale  economia  isolana quali il piccolo commercio interno, l'artigianato, la pastorizia, l'agricoltura poiché i persino condizionamenti e governativi favorendo la concorrenza esterna hanno sostanzialmente  trasformato tutta la Sardegna in u'area passiva  dei consumi che tutto importa e poco  produce  nella quale  con la  grande diffusione  dei super markets  la  maggior parte dei Sardi mediante  l'acculturazione  dettata  dal neocolonialismo  perdendo la loro identità fondata su alti e antichi  valori spirituali della propria  identità,  vengono strumentalizzati  da un  materialismo  che  è fine  a se steso, per assumere un ruolo  simile a quello di una massa di porci all'ingrasso  di un consumismo dettato dal capitalismo multinazionale. Allora  tutte le forze politiche italiane per mezzo  dei  mass media nazionali hanno fatto risuonare in tutta l'Isola l'ingannevole ritornello I SaIdi Possono  vivere solo di turismo il quale dopo essere stato prontamente recepito dagli asservito potere regionale  isolano  ha dettato Sardegna Fatti Bella…..   che risuona quasi uguale  a quello che impartisce  alla  prostituta  prima di mandarla  a battere che risuona quasi uguale  a quello che impartisce  alla  prostituta  prima di mandarla  a battere.

Senza rendersi conto che stavano intascando una ennesima  fregata  poiché il trattamento che il governo stava  usando nei riguardi deu Sardu  è molto simile a quello del  gatto che giuoca col  topo prima di ucciderlo e divorarlo.

Infatti anche se molti Sardi, che  per una ragione o l'altra  che non potevano o non volevano emigrare per una  ragione o l'altra,  si sono subito dati da fare  con grandi sacrifici per organizzare alcune centinaia di agris

turismo prevalentementenente  ubicati nell'interno dell' Isola  e  per costruire presso le coste delle  seconde case da affittare ai turisti, hanno conseguito poi dei risultati non di certo validi per risanare la pessima  situazione  socio- economica creata nell'isola per troppi anni di malgoverno  sia italiano che  regionale.

Infatti malgrado  la Sardegna risulta una  delle più belle isole del mondo e più  ricca di valori culturali, ha conseguito uno sviluppo turistico eccessivamente limitato per un'assurda incapacità  delle istituzioni statali e  soprattutto  regionali preposte alla promozione  del turismo  in isolano.

Questa affermazione risulta ampiamente  confermata dal  fatto che  la Sardegna, malgrado il suo bellissimo  mare e i grandi valori  alti valori ambientali  e cultuali registra costantemente un flusso turistico di gran lunga inferiore sia a quello delle Isole Baleari  che delle Isole Canarie  anche se queste sono molto meno dotate di attrazioni turistiche.

Così ad esempio le Baleari  e le Canarie nel 2013 hanno rispettivamente registrato 45 milioni  e 52 milioni di presenze turistiche mentre  per contro la Sardegna ne  ha cintati appena  9,2 milioni .

Parimenti mentre nello stesso anno il Complesso Nuragico     ' stato visitato da  300.OOO  stranieri  mentre in Inghilterra stone Henge ne ha avuti ben 1.500.000  anche se entrambi  questi due diversi monumenti megalitici vengono considerati a livello internazionale beni preziosi dell'Umanità.

si deve quindi concludere che  i politici italiani  stanno dando un'altra fregatura ai Sardi quando sostengono che possono vivere  solo di turismo perché p evidente  che nel turismo isolano ci sono tante cose che non vanno proprio  a causa di molti condizionamenti che il  Governo Italiano impone all'Isola, come ad esempio, l'impossibilità di  avere i propri trasporti  marittime ed aerei.

C'è inoltre  ga aggiungere la considerazione che  sinora il  turisismo isolano prta ai Sardi ben  bricciole perche  i grandi introiti li  hanno solo coloro che non sono  sardi e sono i padroni dei trasporti aerei e marittimi e delle grandi strutture alberghiere e residences   dove oltre tutto non è  sardo la maggior parte del personale  come cio' che in  essi viene consumato.

l'obiettivi finale di genocidiare il Popolo Sardo disperdendolo totalmente nel mondo  col fine di lasciare  l'intera Sardegna a libera disposizione degli Italiani.

Tale dubbio appare confermato  dal confronto dei dati demografici della Sardegna con quelli della Sicilia possiede im teritorio di gran lunga meno favorevole poiché quello sardo ha un profilo costiero notevolmente più esteso, variegato  e ricco di insenature e  di approdi sicuri, è notevolmente meglio conformato, più fertile e ricco di fiumi e  dotato di boschi e numerose altre risorse naturali.

malgrado questi vantaggi la Sardegna  attualmente possiede una popolazione di  appena  popolazione di appena 1,6 milioni di abitanti mentre  la Sicilia ne conta  circa 7 milioni ossia più del quadruplo.

Considerando poi il fatto  che i Sardi  sono  famosi per la loro longevità e prolificità poiché In un passato

  non molto lontano ersno tutt'altro che rare  le famiglie sarde che contavano più di dieci figli e che attualmente del   1,6 milioni  di abitanti della Sardegna, come chiaramente  rivelano i loro cognomi,  circa il 30% sono Italiani  o di origine italiana  risulta più che  evidente  che  la Sardegna  è stata sottoposta ad un processo premeditato  di dessardizzazione  che non è soltanto  culturale ma soprattutto razziale; processo di dessardizzazione razziale  che è ancora in corso e che attualmente sta subendo un' accelerazione che tende a concludersi con la scomparsa definitiva del Popolo Sardo  dalla sua terra.

Tutti  gli avvenimenti e aspetti negativi  che hanno  caratterizzato  la vita dei Sardi nel periodo  che partendo dalla seconda metà dell'800' sino  ai giorni nostri i quali inconfutabilmente possono essere  considerati come conseguenza diretta o indiretta dei gravi condizionamenti coloniali e neocoloniali  con  il Governo Italiano ha imposto  al Popolo Sardo  e alla sua terra dimostrano palesemente, senza alcuna ombra di dubbio che il Popolo Sardo,   dopo essere stato  con palese frode storica in  un sistema politico parassitario che risulta alieno alle sue naturali tendenze evolutive tende ad essere totalmente eliminato dalla propria terra con un genocidio in guanti bianchi dell'emigrazione.

Pertanto e lecito affermare che il malgoverno italiano sta  portando il Popolo Sardo in un vero e proprio stato di  agonia dal quale puo' uscire e riprendere la sua vitalità solo se i Sardi  prendendone  conoscenza  e coscienza  del plagio a cui sono stati sottoposti, con ferma volontà vorranno  opporsi e liberarsi dell'acculturante  integrazione a cui sono stati  sottoposti per riassumere  tutti gli alti e superiori valori  spirituali  della  loro antica identità per riaffermarsi nella loro terra e nel mondo ad essa esterno per dare un valido contributo  ingiustizia e sfruttamento  che  gli esseri umani subiscono per opera dell' egoismo nateriale dei propri simili ingiustizia e strumentalizzazione operata  dal sistema  politico ed economico  italiano che è risultato perennemente avverso ad un sano dovuto possibile progresso.

Poiché nel corso di 153 anni del suo dominio nell' Isola  Governo Italiano, invece  di p rendere seri provvedimenti  per frenare l'emigrazione dei Sardi  ha sempre determinato i presupposti per una sua incentivazione mantenendo l'Isola in  uno stato di arretratezza economica e  culturale  che la  ha favorito una notevole parte dei Sardi che hanno abbandonato  la loro terra sono costantemente sostituiti nella medesima dall'arrivo di famiglie italiane che si sono sistemate in maniera ottima, sorge il ragionevole dubbio che esiste un piano premeditato che ha come obiettivo finale la distruzione totale del Popolo sardo per liberare  la Sardegna dalla sua presenza.

 Si tratta quindi di un vero e proprio genocidio che viene attuato progressivamente nel tempo senza sèargimento di  sangue, cadaveri e fosse comuni ma per così dire in guanti bianchi negando cioè  costantemente i posti di lavoro e quindi costringendoli  progressivamente ad abbandonare la loro terra  per cercarli altrove e lasciando quindi questa a liberà disposizione  dell'Italia  per qualsiasi uso lecito ed illecito.

Questo  astuto e quanto mai biasimevole intento che  l'Italia sta progressivamente attuando  a danno del Popolo Sardo appare chiaramente rimarcato oltre che dal fatto  che il trattamento politico che essa ha svolto nei confronti della Sardegna dalla seconda metà dell' 800' sino al periodo contemporaneo  sono stati  costantemente da  una discutibile benevolenza nei riguardi dei Sardi , soprattutto dal fatto che la demografia  isolana è stata progressivamente condizionata  negativamente  di gran lunga peggio di qualsiasi al tra regione italiana.

Si deve  infatti considerare il fatto che in Sardegna il movimento emigratorio verso la Tunisia ed altre regioni  del Nord Africa e continenti  americani  che ha avuto luogo inizio in seguito  al divieto imposto ai Sardi esportare bestiame in Francia fra il1871  e il 1914 depaupera  la popolazione  isolana di circa  390.000 abitanti per cui aggiungendo  a questi i 130.000 sardi caduti i della prima e nella seconda guerra mondiale,  i 900.000 che sono emigrati fra il 1920   il 1970 e di altri 450.000 che hanno parimenti abbandonato l'isola fra l 1918 e il 2014 si ha il risultato che il Popolo Sardo in nell'arco di meno di un secolo e mezzo è stato decurtato di circa 1.870.000 unita denotando quindi che nell'Isola sono di certo mancate le condizioni che nella Penisola Italiana dal 1940 al  2'000  hanno fatto aumentare la popolazione  quasi del 50%  passando tramite il così detto miracolo economico postbellico dam  40 milioni di abitanti a circa 60 milioni. a quanto mai drammatica  e ben celata situazione in cui versa la continuità d'esistenza  del Popolo Sardo è rivelata palesemente dal fatto che la  Sicilia, pur avendo un territorio  appena appena più esteso di quello sardo ma non meglio conformato e coltivabile perché meno piovoioso e pianeggiante  e di gran lunga meno do tato dirisorse  nat u rali e do ta to di n contorno sardo e rpri di  golfi  e insenature e                          è approdi sicuri riparati dalle furie del mare, conta attualmente circa ben 7 milioni di abitanti  mentre la  Sardegna ne conta appena 1,6 milioni.

Poichè risulta certo che  questa notevolissima differenza possa essere attribuita a una  maggiore mortalità e inferiore  potenza sessuale e a una minore  fecondità delle loro donne perché è rinomata la loro longevità ed è risaputo che nel secolo scorso erano numerose le famiglie  sarde che contavano dieci e più figli risulta evidente  che essa deve essere attribuita a un quanto mai oltremodo e esagerato e continuo flusso emigratorio forzatamente determinato dalla nefanda politica economica che il Governo Italiano  da oltre 153 anni impone  alla Sardegna impunemente  mediante  la servile complicità di una classe di incapaci ma arrivisti politici regionali ed il plagio della maggior parte dei Sardi.

La situazione in cui oggi il Popolo Sardo vive nella propria Isola, risulta ancora più grave e pericolosa considerando che circa il 30 % di 1,6 milioni degli attuali abitanti della Sardegna è costituito da Italiani e  da isolani di origine  italiana e che la crisi politica ed economica attuale del Sistema Italia sta dando luogo ad un nuovo flusso emigratorio più intenso  del passato  che oltretutto include  la maggior parte  della classe giovanile  sarda per cui  ù logico desumere  che il popolo Sardo sta celermente avviandosi verso un vero e proprio stato di agonia che lo  condurrà ad una totale scomparsa dalla sua terra

Non desta pertanto alcuna meraviglia che, per  l'attuale disperata situazione in cui versano numerosissimi Sardi a causa del continuo plagio che subiscono  da parte italiana, vengono incoscientemente costretti  a non fare  alcuna opposizione  e ad emigrare  con maggiore  intensità rispetto  agli abitanti  di qualsiasi altra regione italiana,  evidenzia che essi sono strumentalizzati senza poter capire che di questo passo in breve  tempo  determineranno l'annullamento dell'esistenza  millenaria del loro popolo perché verrà inesorabilmente  annullata nella massificazione  informe  di una umanità informe e globalizzata contro natura.

Tutto cio', oltre che comprovare  che  noi Sari non siamo  Italiani e che gli Italiani  nutrono nei  nostri riguardi una egoistica e talvolta timorosa ostilità dovuta forse a causa della nostra diversità  per la  salvezza materiale  culturale e spirituale  deve naturalmente metterci  in stato di allarme non per ragire prima che sia troppo tardi,  non con la violenza ma a separarci pacificamente e democraticamente  da un sistema che inerosabilmente sta determinando la nostra totale rovina.

Cio'  dobbiamo farlo cessando di fare finta  di essere  Italiani e riaffermando con tutta la forza  della nostra anima  ,on  solo Innanzi  a tutta l'Italia ma davanti a tutto il mondo il nostro diritto sacrosanto di  essere liberamente  Sardi cos' come  ogni popolazione della Penisola  Italiana  e del mondo di essere liberamente se stessa affermando e  vivendo conformemente  alla propria  identità senza essere  amalgamata  e strumentalizzata in  sistemi politici, economici e culturali  e persino religiosi che agli esseri umani  vengono imposti con astuzia o prepotenza                                                                                                                                                                                                    dalle forze  arretrate ed egoistiche che frenano l' evoluzione dell'Umanità.

Questa  è 'unica via che  il Popolo Sardo deve percorrere tenendo presente che  qualsivoglia prezzo dovrà pagare per riaffermare la sua  vera  identità e la sua libertà sarà sicuramente mille volte inferiore  i a quello che  ha pagato  sotto oltre un secolo e mezzo  di distruttivo e amaro malgoverno italiano.

i Rinascita della Sardegna poiché   secondo

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