Noi sardi non
siamo Italiani
Noi Sardi
apparteniamo ad una razza che
geneticamente non solo è radicalmente diversa da quella italiana ma è
anche più antica di essa di almeno 2400 anni.
Siamo
geneticamente diversi non solo per aspetto e costituzione fisica, ma soprattutto per il DNA, per longevità e per la nostra psiche che ci porta
a concepire la vita e a comportarci in
genere in modo non uguale a quello degli
Italiani.
Pertanto,
anche il percorso della nostra storia non solo è molto più antico di quello del
Popolo Italiano ma è anche sostanzialmente diverso poiché diversi sono gli
eventi che lo hanno caratterizzato, come pure sono anche le manifestazioni Popolo
Sardo ha che lo hanno caratterizzato in modo particolare. Infatti,
ad esempio, poiché il mare che circonda la
Sardegna è stato una valida difesa contro la maggior parte delle invasioni
barbariche che ha subito la Penisola Italiana, il Popolo Sardo ha potuto meglio
preservare la sua omogeneità della sua etnia e con essa la sua identità
spirituale e culturale da quelle contaminazioni etniche e culturali che progressivamente
hanno portato i diversi popoli barbari
quando si sono
via via fusi via via con le con le popolazioni
latine e latinizzate dando così luogo alla formazione di quella variegata etnia
che viene definita Popolo Italiano.
Cio' spiega
perché noi Sardi parlano una lingua che, anche se rivela una parziale
latinizzazione, risulta totalmente
incomprensibile a tutti gli Italiani e
perché manifestano tradizioni e un
folklore completamente diverso ed anche
notevolmente più ricco e diverso da quello degli Italiani e da quello di qualsiasi altro popolo europeo.
Al tutto c'è
da aggiungere che i Sardi,
in linea di massima, sono dotati
di una psiche che rivela un modo di vivere
anticlassico perchè è umanamente orientato sull'essere e quindi
opposto a quello classico degli Italiani
che prevalentemente tende a quell' apparire o vivere ostentando una grande ricerca e cura della bellezza e della grandezza che pur avendo creato meravigliose opere
d'arte n ogni campo attenute mediante lo
sfruttamento che l'essere umano impunemente continua ad esercitare sui
propri simili.
Che noi Sardi
non siamo Italiani è ben noto agli Italiani è ben noto agli Italiani sia perché spesso e volentieri non ci
trattano come loro connazionali ma sopratutto perché per opportunismo ribadiscono
l'altisonante menzogna che noi Sardi siamo una Minoranza etnico linguistica dell' Italia.
Infatti,
tale affermazione sarebbe validamente vera solo se il territorio popolato dai Sardi, analogamente a quello degli Altoatesini e dei FriulaniI, fosse
parte integrale della Penisola Italiana.
Ma poiché la
Sardegna è geograficamente distante e completamente
separata dall'Italia per mezzo del mare, come è controllabile in qualsiasi dizionario o enciclopedia, conformemente alla definizione della parola nazione,
si deve scientificamente affermare che per le sue caratteristiche genetiche , linguistiche e
per la sua particolare identità il Popolo Sardo costituisce una Nazione;
anzi la più antica e famosa nazione che da oltre 3900 esiste nel Mediterraneo
anni possedendo come patria e proprio spazio vitale tutta la Sardegna e le
sue isole minori, ossia noi Sardi
costituiamo una Nazione Sarda da ben circa 2700 anni prima della stessa formazione
della Nazione Italiana. Tutto ciò è più
che ben storicamente noto anche in campo internazionale perché la Dichiarazione
Universale dei diritti degli esseri umani e dei Popoli proclamata nel 1948 dall'O.N.U.
appunto lascia desumere che:
il
Popolo Sardo è Nazione e che,
come tale, ha diritto alla sua Libertà e alla sua
Indipendenza e quindi ha il diritto
di esprimere un proprio governo
ed a non sottostare a nessun genere di condizionamenti da parte di qualsiasi
altra nazione. Tuttavia il Governo
Italiano non ha mai voluto recepire il proclama dell'O.N.U. perché, come si chiarirà
in seguito, è stato sempre mosso in modo estremamente biasimevole, da grandi e
precisi interessi coloniali che lo hanno costantemente portato a condizionare negativamente, con
ogni sorta di inganni politici, culturali ed economici, la vita e il destino di noi Sardi per asservirci e usurpare tutte le
più ricche risorse e possibilità di progresso economico e civile della nostra Isola;
risorse che appartengono esclusivamente a noi Sardi per inconfutabile diritto naturale.
La Dichiarazione
Universale dell'O.N.U. volutamente è stata ignorata e disattesa completamente
anche dal Governo Americano e
dagli altri suoi governi alleati quando hanno determinato il riassetto politico
postbellico dell'Europa perché a tutti i nuovi governi europei inseriti nel
Patto Atlantico faceva molto comodo avere nel centro del Mediterraneo una
grande isola come la Sardegna a loro concessa dal Governo Italiano dietro laute compensazioni senza mai
interpellare i Sardi e soprattutto senza mai risarcirli con il dovuto giusto indennizzo per tutti i gravissimi danni che ciò ha causato e causa tuttora al loro territorio, al loro mare, alla loro
economia e soprattutto alla loro salute.
Si può
comunque constatare che tutti gli ingenti danni che queste servitù
militari portano a una larga parte del territorio isolano e alla gente che ci vive sono ben poca cosa rispetto alla grande rovina che tutto il Popolo Sardo
ha subito e tuttora subisce sottostando da oltre 153 anni alle iniquità del malgoverno italiano.
Per tutte le
risultanze storiche la grande rovina
dall'Italia ha iniziato ad arrivare in Sardegna ben prima della nascita
dello stato unitario italiano e del
relativo governo; quando, dopo l'anno 1720
in cui l' Inghilterra consegnò il Regno
di Sardegna al servizievole duca Amedeo di Savoia, una
fatiscente galea ( anni prima requisita
in Sicilia dal
duca di Savoia) scortata dalla potente flotta inglese apProdo'
a Cagliari per sbarcarvi il primo
vice re con la così detta Truppa Regia Piemontese ( costituita da appena mille
armati ( in prevalenza ergastolani
graziati e soldati mercenari stranieri) per
costituire per oltre un secolo il
presidio militare dell'isola.
Tramite questa
Truppa Regia successivamente nell'Isola scatenarono un secolare e spaventoso terrorismo nella popolazione isolana.
Con grande
crudeltà hanno soffocato nel sangue ogni minima opposizione dei Sardi per
poterli impunemente depredare di tutto impartendo per futili reati,come il furto di un sacco di grano o per minima reazione contro le violenze le ruberie e altri
soprusi dei soldato della
Truppa
Reggia, impartivano condanne a morte attuate previe atroci e spaventose torture con forbucu
arroventate amputazione delle mani
che si cocludevano con l'pmpicaggione
del condannato e successiva decapitazione e squartamento del suo corpo per esporre per lasciare poi per numerosi giorni la testa
infilata inuna cima e i qurti del
suo corp appesi ai ganci dei maccellai
esposti nel palco l a pubblico
ammonimento.
Tutto ciò non
viene rivelato ai Sardi contemporanei dai
testi ufficiali di storia sarda perché è meglio che essi ignorino del tutto il
grande male che i Savoia hanno fatto ai loro ai loro antenati affinchè non abbiano la tentazione d rivendicare un giusto indennizzo.
terroismoimpunemente hanno oltremodo impoverito i Sardi con tributi e balzelli esosissi, con
monopoli e con tutto ciò che erano in grado di poter portare via dalla Sardegna
traendo dall'Isola ingentissimi guadagni con i quali hanno posto fine alla
secolare indigenza economica dei Piemontesi ed abbellire Torino ed altri loro
centri urbani rendendo poverissima la città di Cagliari e tutta
la popolazione isolana.
.
In 153
annus asutta su Guvernu Italianu su Populu
Sardu non scetti esti istetiu
spollau de ognia beni dessa terra sua kemi ottenniri nudda ma esti Istetiu portau a una miseria aicci
manna ki cunfinara Kun una sorti aicci m
ki desti portendu ass'agonia.
Ma la rovina e la rapina
più distruttiva in Sardegna è arrivata dopo che Carlo Alberto mediante un disdicevole
e vergognoso inganno politico , senza interpellare il Popolo
Sardo, col favore della nobiltà e
della nobiltà e della Chiesa isolane ( di cui prevalentemente facevano parte
nobili ed alti prelati non
sardi ) perdendo i la sua
autonomia, la Sardegna è stata Annessa agli Stati Continentali Italiani
dietro una mendace
garanzia verbale che, dopo questo avvenimento gli Italiani avrebbero
considerato i Sardi come loro fratelli e
portato un grande progresso moderno e un
grande benessere alla vita dei Sardi.
Pertanto
mediante questo disonesto atto
biasimevole espediente politico, quando dopo qualche decennio, nel 1861 nacque
lo Stato Italiano, a partire da
Camillo BenSo conte di Cavour ( Eletto al Parlamento Italiano carpendo la buonafede dei Sardi nel colleggio elettorale di Iglesias)
sono iniziati i grossi guai per il Popolo Sardo e per la Sardegna.
Infatti,
questo grande personaggio storico con la sua ghenga politica che includeva i nobili contI, Baudi Vesme,
Massimo d'Azzdglio, Alberto La Marmora e il cugino del Cavour) varando opportune leggi, si sono impadronit, con
concessioni governative opportunamente manovrate, delle più ricche risorse isolane
per dare inizio alla grande spoliazione epocale subita dal Popolo Sardo il
quale, per inconfutabile Diritto Naturale è l' unico
indiscutibile vero ed esclusivo padrone di ogni risorsa esistente
nella terra e nel mare della Sardegna.
Così in
maniera sempre più crescente, a partire dalla seconda metà dell' 800' gli Italiani sino a tutto il secolo scorso
sono state rapinate al Popolo Sardo
circa 80 milioni di tonnellate di minerali
pregiati di rame, ferro,argento, piombo
che sono state trasferite in Italia per
industrializzare e arrcchire le regioni settentrionali a spese dei Sardi.
E'
calcolabile che il valore attuale del
patrimonio minerario rapinato all'Isola è tanto ingente da poter sovvenzionare diversi
Piani di Rinascita della Sardegna.
All'ingentissimo
quantitativo dei minerali sardi inviato
in Italia va poi aggiunto quello abbastanza notevole che gli Italiani hanno venduto al Belgio, all'
Inghilterra e alla Francia.
La rapina delle ricchezze minerarie sarde in tua la seconda metà dell'800' è stata
eseguita quasi in modo famelico per
conseguire il massimo guadagno con una spesa
del tutto irrisoria e pertanto,
senza spendere capitali per una
adeguata attrezzatura tecnica nelle miniere del Sulcis per una paga del tutto irrisoria i minatori sardi lavorando
più di dieci ore al giorno in fondo alle
miniere ed erano costretti a fare anche da animali da soma perche legati ai
carrelli colmi di minerale con i finimenti dei buoi li doveno trainarli sino alla superficie dove le loro donne e i loro bambini, lavorando faticosamente sotto il sole e le
intemperie li frantumavano con pestelli per sottoporli poi a una prima
rudimentale lavorazione con arsenico ricevere poi una paga di pochi soldi appena
duffocoenti per comprare il pane.
Sono
arrivati al punto di utilizzare i bambini sardi di cinque o sei anni per
accendere le mine poiché per la loro piccola statura erano idonei ad
attraversare gli stretti e lunghi cunicoli
per accendere le micce. dell'esplosivo
Ma poiché a
questi ladri che con
l'autorizzazione del Governo Italiano
non bastava svuotare le miniere isolane, poiché per fondere i minerali era
necessario il carbon fossile del Bacino della Ruhr, per risparmiare questa
spesa, hanno inviato nell'Isola
squadroni di carbonari toscani per trasformare in carbone necessario
alle nascenti industrie italiane ben 120.000 ettari di boschi secolari.
il Governo Italiano ha fatto
quest'altro scempio nell' Isola impadronendosi
di prepotenza dei cosi detti adenpriviri
che erano una estesissima parte del territorio isolano che costituiva le proprietà feudali della
nobiltà e della Chiesa che
precedentemente erano state abolite
mediante un alto indennizzo pagato dal Popolo Sardo.
Tali
avvenimenti palesemente pongono chiaramente in evidenza che il
grande benessere ed il progresso moderno che
i Sardi avrebbero dovuto migliorare
la vita isolana dopo breve tempo
dall'Annessione della Sardegna alla
nascente Italia non erano altro che
false promesse politiche fatte con vuote parole destinate ad essere
disperse nel nulla perché erano prive di
qualsivoglia grado di onesta politica.
Attualmente nel Sulcis e nelle altre zone
minerarie isolane, dopo che tutte le loro ricche risorse sono state
prelevate per arricchire l' Italia senza
dare acun compenso ai Sardi, resta qualcosa che è di gran lunga ben peggiore
di un bel nulla: restano solo vaste estensioni territoriali rese sterili dall'arsenico
e altre sostanze velenose che nel tempo le piogge e il vento hanno
sparso ovunque s grandi distanze, sotto le quali ci sono ele profonde e buie e
vuote cavità delle dismesse che secondo
l'ennesima presa in giro dei politicanti italiani, i Sardi potrebbero usare come attrazioni turistiche di una archeologia
industriale.
Non tutti
sanno che nello steso tempo in cui il
Cavour iniziava a fare svuotare dal
Baudi Vesme le miniere sarde dei loro preziosi contenuti, impedì che ka
Sardegna venisse industrializzata modernamente
proibendo ad alcuni imprenditori norvegesi di impiantare in Sardegna delle industrie atte alla lavorazione dei
minerali sardi per la produzione finale di utensili e altri manufatti di uso
wuotidiano Cagliari di moderni cantieri navali e di un grande
bacino di carenaggio per realizzarvi
la principale stazione di servizi
navali del Mediterraneo per
dare assistenza al nuovi intensi
traffici navali che scorrevano innanzi
al Golfo di Cagliari Conseguentemente
alla recente apertura del Canale di Suez.
Cosi il
Governo Italiano, da allora in poi, contrassegno'
negativamente il futuro della Sardegna
impedendo che Cagliari attuando la sua
più spontanea e proficua funzione nel Mediterraneo potesse
dare traslare l'importanza dei Porti
di Genova e di Napoli in secondo piano.
Cio spiega perché
da allora in poi il Governo Italiano in Sardegna, contrariamente da quello che
ha fatto in Sicilia, col pretesto della
falsità storica che i Sardi sono geneticamente alieni al mare non ha mai incentivato nell' Isola alcuna
attività marinara e pertqnto, cont rariamen t e da quel che è accaduto in Sicilia i Sardi sono rimasti
privi di una facoltà d'ingegneria navale e di
qualsiasi corso di istruzione professionale relativo alle attività
marinare che includono persino la pesca
con l'eccezione di due scadenti istituti
nautici che diplomano solo ufficiali di macchia.
Contemporaneamente
il Governo Italiano per impedire che la
Sardegna potesse avere delle attività
marnare concorrenziali che sicuramente sarebbero state favorite dai suoi 1890
Km di coste dotate di vari porti
naturali e di approdi riparati dalle furie del mare, ha favorito costantemente
la
monopolizzazione
dei trasporti da parte delle compagnie navali italiane che con il ladrocinio di
tariffe ultra esose hanno sempre
condizionato negativamente i traffici civili e commerciali isolani col mondo
extra insulare f le quali restano particolarmente famose dal passato ai giorni nostri la Rubatino, la Tirrenia e la Moby Line.
Tramite tale
monopolio dei trasporti marittimi Il governo Italiano ha mantenuti un vero
apartaid dei Sardi che era
stato instaurato dai Piemontesi imponendo
ai contadini e ai pastori sardi
di non pascolare a meno di cinque
miglia dalle coste isolane e frapponendo
fra essi ed il loro mare con comunità
fatte arrivare non solo dall' Italia e persino dalla Grecia , ma lo ha anche notevolmente rinforzato
privando i Sardi di tutte quegli
organi culturali che potevano
determinare il riappropriarsi del loro mare quali una facoltà d' Ingegneria Navale e scuole
di istruzione professionale per
qualsiasi attività marinara sarda soprattutto nel settore navale comunemente presenti nella Penisola
Italiana e persino in Sicilia.
A ttività
navali che con l'apertura di una facoltà d'Ingegneria navale né con altri
centri di istruzione professionale marinara togliendo il falso pretesto che i
Sardi sono geneticamente alieni al mare.
A tutto l'
operato negativo che nella seconda metà dell'800' il Governo Italiano ha svolto
nei confronti dei Sardi e della Sardegna il più distruttivo danno sicuramente ha proibizione di esportare il bestiame in Francia nel corso della così detta Guerra delle Dogane , facendo mancare
così ai Sardi quei guadagni necessari per tirare
avanti.
Drammatica
fu la conseguenza che tale divieto
italiano ebbe nella vita isolana poiché
essa fu colpita da una miseria cos' grande che spinse molta gente a nutrirsi
quasi esclusivamente col pane di ghiande e con erbe selvatiche .
Inoltre, poiché
allevatori e contadini non avevano più i soldi per
pagare le tasse e contribuiti vari imposti
dal Governo Italiano questo fece
eseguire nella sola Isola ben il
doppio dei sequestri giudiziari nell'intera
Penisola Italiana, arrivando al punto vergognoso di numerosi casi in cui per qualche lira di
tasse non pagate vennero smontati anche i tetti delle case per
sequestrarne le tegole.
Conseguentemente
arrivarono dall'Italia numerosi tristi personaggi per acquistare in aste
truccate per un prezzo irrisorio, case,
fattorie , armenti e appezzamenti di terreno grandi e piccoli per cui alcuni cosi detti
fratelli italiani sbarcavano nell'Isola
per potere acquistare nelle aste opportunamente truccate notevoli estensioni territoriali per un
prezzo irrisorio.
Così in
Sardegna in mano italiana sono tate costituite
proprietà terriere gigantesche come
quella che partiva dal paese di Gavoi
sino a Nurallao mentre nelle stesse a zona migliaia di famiglie
non avevano nemmeno pochi
metri quadri di terreno per coltivarvi un patate e fagioli necessari
per la loro sopravvivenza.
Le più
gravose conseguenze di tale miseria fu la nascita delle bardane e con esse quella del Banditismo Sardo e parallelamente quel grande flusso emigratorio dei Sardi che per non finire in galera abbandonarono l'Isola per cercare
pane e lavoro, prima persino in Tunisia e Algeria e poi nelle Americhe.
Anche
se manca una documentazione sull'entità di questo
flusso emigratorio ottocentesco
sardo appare verosimile che esso abbia decurtato la popolazione isolana
di almeno 300.000 unità poiché essa all'inizio del 900' contava appena
900.000 abitanti.
Il maggiore
danno il Popolo Sardo da parte del Governo Italiano lo ha subito quando ha costretto dal 1915 al
1918 ben 220.000 Sardi a partire per
combattere nella Prima Guerra
Mondiale per cui l'Isola venne privata dell' intera
generazione maschile lavorativa
che costituiva il 22% dell'9ntera
popolazione isolana che allora contava
1 milione di abitanti con gravissime conseguenza per la vita isolana e
in particolare l'economia isolana dr quel periodo e per gli anni futuri perché
essa quasi la metà dei richiamati sardi
non fece più ritorno in Sardegna mentre la parte degli invalidiera scarsamente
idonea al lavoro.
Infatti dei 750.000 caduti che l'Italia ebbe in tale conflitto ben 100.000 erano Sardi,
così come dei 454.000 invalidi
italiani i Sardi erano circa
69.000; quindi i così detti Fratelli
Italiani trattarono i Sardi come carne da macello mandandoli quasi costantemente in prima linea e arrivarono sino al punto di sottoporre alla decimazione quelli
che facevano parte della
Brigata Sassari anche se si erano resi famosi per il loro eccezionale
eroismo, quando protestarono perché
dovevano costantemente, senza alcun
cambio o riposo fare da bersagli andando a combattere in prima linea.
L'inganno
più beffardo che il Governo Italiano ha
fatto al Popolo Sardo ha avuto luogo nell'anno 1948 quando, passando dalla dittatura fascista ad una democrazia che risulta tale solo apparentemente ha con l'istituzione della Regione
Sardegna gli ha concesso al
un'autonomia scritta nell'acqua poiché è
stata sempre regolata da uno Statuto
Speciale che dopo essere stato
elaborato da una Consulta Sarda
molto sprovvedutamente è stato fatto decurtare
e correggere opportunamente dallo stesso Governo italiano in modo che i
rapporti dei Sardi con le ogni istituzione italiana
permanessero confinati in un neocolomialismo.
Si è fatto
cioè on modo che il governo Italiano potesse continuare a comandare
e a sfruttare la Sardegna come prima e
peggio di prima liberamente senza alcuna opposizione e tutto cio' è stato vergognosamente possibile perché la
maggior parte dei personaggi politici
sardi, ieri come oggi, erano affiliati ai partiti politici italiani e
pertanto per ignoranza
o incapacità hanno sempre
ignorato e trascurato i fondamentali problemi dei Sardi.
Parimenti tutto cio'
è stato possibile perché è mancata oltre che l'opposizione dei politica anche anche quella popolare
perché astutamente, mediante un processo di dessardizzazione fondata su
falsi storici hanno confinato
'identità sarda on un campo sub-culturale per cui la maggior parte dei Sardi meno erroneamente convinti di essere inferiori agli Italiani credendo di
progredire sono stati indotti a lasciati acculturare e
integrare nel sistema italiano con un ruolo oggettivo del tutto passivamente
privo di ogni facoltà decisionale in
tutto quel che accadeva
nella loro vita e nella loro terra.
E' quindi
mancata e manca ancora una sana, giusta
e forte opposizione a causa di
questo astuto plagio che subiscono i Sardi poiché anche se mutilati della loro ingua parlano e
vivono come gli Italiani credendo
di progredire civilmente a tutti gli
effetti legati da catene invisibili sono oggettivizzati insieme alla loro terra da ogni interesse neocoloniale italiano mentre risalta sua ceca e totale sottomissione
all'Italia dettata da una umiliante svalutazione di se stessi e da una concomitante sopravalutare acritica del'italianità.
Si capisce, pertanto,
perché anche in questo periodo
per un eccessivo servilismo della
classe politica isolana e per la
sua noncuranza per la gravissima situazione in cui versa il Popolo Sardo impunemente continua a perdurare la rapina italiana di tutte le risorse e opportunità economiche isolane e con essa il monopolio dei trasporti marittimi
isolani con un quasi totale condiziomamento del commercio e del d' importazione e d'esportazione e del turismo della Sardegna
col l'amaro risultato di
annichilire l' economia isolan e con essa la possibilità di realizzare un sano, reale e duraturo progresso della vita civile sarda.
si capisce
anche perché I Sardi quasi passivamente si lasciano integrare in maniera crescente in
un sistema politico, economico e culturale che inibisce la loro naturali capacità evolutive in una strumentalizzazione in un servile ruolo
passivo insieme alla loro terra.
Successivamente
la gravissima situazione della Sardegna
e del suo popolo muto' più formalmente
che sostanzialmente perchè i Sardi dal Governo italiano continuarono ad
essere sfruttati e ingannati anche
peggio di prima all'ombra della demagogia e della retorica pseudo democraticamente
continuarono a svuotare le miniere con maggiore intensità mentre coll' aggravante
delle numerose flottiglie di pescatori dalle
coste liguri, toscani, campani e siciliani iniziarono a saccheggiare in modo sempre più crescente la rinomata e ricca pescosità del mare
sardo e a fare sparire quasi completamente i banchi coralliferi delle sue coste traendo ingentissimi guadagni
dalla lavorazione del rinomato corallo sardo denominato pelle
d'angelo alla faccia del Popolo Sardo che continuava a rimanere in una specie di appartaid che non era soltanto sociale, economico e culturale ma anche
amministrativo peiché in ogni settore le cariche dirigenziali erano
prevalentemente occupate da personaggi che arrivavano dall'Italia o da isolani di
origine italiana.
Nel corso del ventennio fascista quindi la Sardegna non diversamente dal periodo
precedente venne trattata dal Governo Italiano, peggio delle sue colonie africane , cioè come una terra dalla quale tutto si doveva prendere senza nulla o quasi nulla lasciare.
Tale fatto' palesemente dimostra la madornale beffa che i Sardi subirono con l'attuazione della tanto sbandierata Legge Miliardo che il Governo Fascista varo' in favore della Sardegna poiché
i terreni bonificatl non vennero ceduti ai contadini isolani poiché vennero occupati da operatori
agricoli e allevatori appositamente inviati in Sardegna per essere dotati di
strutture e attrezzature moderna che includevano impianti
di irrigazione, mungitrici automatiche, potenti trattori, mietitrici
mentre, per contro, il povero contadino sardo invocando la pioggia
continuava ad arare il suo misero campicello
con un rudimentale aratro di duro legno tirato da un bue.
Contemporaneamente
anche nel Periodo Fascista si fece in
modo che in Sardegna non sorgesse le anche industrie più elementari per la
produzione di beni di prima necessità persino nel settore conserviero alimentare
o per manufatti che potevano essere
prodotti con materie prime abbondantemente
presenti nel'Isola perché in Roma avevano stabilito che l'Isola doveva avere il
ruolo di fonte di materie prime al più basso costo possibile e doveva
dipendere integralmente per ogni
sua necessità da importazioni italiane in modo che la
maggior parte del suo modesto reddito
venisse automaticamente incanalato verso Italia in modo da farla permanere in
un perenne stato di indigenza economica
atto a impedire ogni importante iniziativa imprenditoriale dei
Sardi e a continuare la loro emigrazione.
Comunque la beffa peggiore da parte italiana il Popolo Sardo l'ha subita dopo che la Regione sarda ha varato Il Piano d il detto italiano è stato reso cornuto e mazzato .
E' stato
fatto cornuto perché prevalentemente i fondi destinati ad un reale miglioramenti della grave situazione economica
e sociale sarda sono stati astutamente
deviati e incassati da imprenditori
italiani che operano nel settore petrolchimico e derivati e fra i quali sono rimasti famosi nell'Isola Rovelli
e Moratti e vari altri della medesima o
simile categoria i quali prospettando una
grande miriade di nuovi e ben remunerati posti di lavoro per i Sardi hanno
fatto sorgere in diverse località isolame delle industrie di prima trasformazione che nessuno voleva in
Italia perché pericolosamente inquinati le quali sono
state era state propagandate dai politici isolani con la falsa promessa che avrebbero dato lavoro ad un notevole numero di Sardi mentre
per contro me hanno occupato un numero
molto limitato perché il personale tecnico
e dirigente era quasi tutto continentale.
E' lecito affermare che questo genere di
industrializzazione ha reso il Popolo
Sardo cornuto e mazzato perché l'inganno che ha portato nell'Isola è reso
evidente dal fatto che bon ha risolto il
problema della disoccupazione poiché dal 1950 al 1970 circa
sono stati costretti ad emigrare non
solo oltre 500.000 Sardi ma anche numerose migliaia di pecore con i loro
pastori che sono state portate a
pascolare in Toscana e nel Lazio, forse
per porre rimedio alla bugia italiana secondo cui una larga parte formaggio prodotto in Sardegna veniva definita Pecorino Romano.
Parimenti il
Popolo Sardo, ha scoperto di essere anche mazziato
solo quando queste neoindustrie isolane dopo alcuni decenni hanno iniziato a chiuso
i battenti per fallimento o altra causa hanno lasciando il loro operai
disoccupati ma e anche tutto l'ambiente
circostante terrestre e marino si pesantemente inquinato e bonificabile solo a spese
isolane.
Una ulteriore
beffa non di certo inferiore alla precedente
il Popolo Sardo dal Governo Italiano la ha incassata quando nell'isola
quasi
contemporaneamente al Piano di Rinascita, è apparso ben il 60% delle Servitù Militari con la forzata occupazione
di ben 40.000 ettari di territorio e centinaia
di km. di coste che sono stati
sottratti all' agricoltura, al turismo e alla pesca senza ripagare le popolazioni locali
con il giusto dovuto indennizzo.
Per contro il Governo Italiano incassa un
ingentissimo guadagno destinando ben
24.000 ettari di territorio sardo e relative coste con il mare prospiciente alla
creazione di tre importantissime basi militari ubicate rispettivamente a Capo
S. Lorenzo, Teuiada e Capo Frasca
che vengono affittate
periodicamente a tutte le potenze militari della N.A.T.O. per svolgervi ogni
sorta di esercitazioni militari terrestri, navali ed aree con un conseguente pericolosissimo
inquinamento dell' ambiente terrestre e marino a causa dei numerosissimi proiettili
e missili a base di uranio impoverito e altri materiali radioattivi che
vengono sparati di cui alcuni
spesso finiscono inesplosi i mezzo zllz vegetazione o nel fondo del mare. Queste pericolosissime basi militarti
sono state realizzate annullando l'opposizione popolare diffondendo la menzogna che esse avrebbero dato
numerosi posti di lavoro e un notevole benessere agli abitanti dei paesi
vicini mentre invece hanno portato solo
miseria morte inquinando mortalmente il
territorio e gli abitati per cui molte
donne hanno partorito neonati che
presentavano orribili anomalie
fisiche riscontrate anche negli agnelli appena nati e
molti pastori sono morti a causa
dei linfomi.
stati
riscontrati nel mare dell' isola della Maddalena causati dalla presenza di una base navale
dismessa che il Governo Italiano aveva affittato agli Americani .
Lo stato
negativo della vita isolana determinato dai menzionati avvenimenti si acutizza in maniera accentuata nell'ultimo ventennio del XX secolo quando gli Italiani finiscono di
svuotare totalmente le miniere sarde e
chiudono i battenti la maggior parte
delle industrie fallimentari create con i fondi del Piano di Rinascita,
la gente si rende conto che nell'Isola è
rimasto poco o nulla poiché sono scomparsi o sono in grande crisi anche i tradizionali
supporti della tradizionale
economia isolana quali il piccolo
commercio interno, l'artigianato, la pastorizia, l'agricoltura poiché i persino
condizionamenti e governativi favorendo la concorrenza esterna hanno
sostanzialmente trasformato tutta la
Sardegna in u'area passiva dei consumi
che tutto importa e poco produce nella quale
con la grande diffusione dei super markets la
maggior parte dei Sardi mediante l'acculturazione dettata
dal neocolonialismo perdendo la
loro identità fondata su alti e antichi
valori spirituali della propria identità,
vengono strumentalizzati da un
materialismo che è fine
a se steso, per assumere un ruolo
simile a quello di una massa di porci all'ingrasso di un consumismo dettato dal capitalismo
multinazionale. Allora tutte le forze
politiche italiane per mezzo dei mass media nazionali hanno fatto risuonare in
tutta l'Isola l'ingannevole ritornello I SaIdi Possono vivere solo di turismo il quale
dopo essere stato prontamente recepito dagli asservito potere regionale isolano
ha dettato Sardegna Fatti Bella….. che risuona quasi uguale a quello che impartisce alla
prostituta prima di mandarla a battere che risuona quasi uguale a quello che impartisce alla
prostituta prima di mandarla a battere.
Senza
rendersi conto che stavano intascando una ennesima fregata poiché il trattamento che il governo
stava usando nei riguardi deu Sardu è molto simile a quello del gatto che giuoca col topo prima di ucciderlo e divorarlo.
Infatti
anche se molti Sardi, che per una ragione
o l'altra che non potevano o non
volevano emigrare per una ragione o
l'altra, si sono subito dati da fare con grandi sacrifici per organizzare alcune
centinaia di agris
turismo
prevalentementenente ubicati nell'interno
dell' Isola e per costruire presso le coste delle seconde case da affittare ai turisti, hanno
conseguito poi dei risultati non di certo validi per risanare la pessima situazione
socio- economica creata nell'isola per troppi anni di malgoverno sia italiano che regionale.
Infatti
malgrado la Sardegna risulta una delle più belle isole del mondo e più ricca di valori culturali, ha conseguito uno
sviluppo turistico eccessivamente limitato per un'assurda incapacità delle istituzioni statali e soprattutto
regionali preposte alla promozione del turismo
in isolano.
Questa affermazione
risulta ampiamente confermata dal fatto che
la Sardegna, malgrado il suo bellissimo
mare e i grandi valori alti
valori ambientali e cultuali registra costantemente
un flusso turistico di gran lunga inferiore sia a quello delle Isole
Baleari che delle Isole Canarie anche se queste sono molto meno dotate di
attrazioni turistiche.
Così ad esempio
le Baleari e le Canarie nel 2013 hanno
rispettivamente registrato 45 milioni e
52 milioni di presenze turistiche mentre
per contro la Sardegna ne ha
cintati appena 9,2 milioni .
Parimenti
mentre nello stesso anno il Complesso Nuragico
' stato visitato da 300.OOO
stranieri mentre in Inghilterra
stone Henge ne ha avuti ben 1.500.000
anche se entrambi questi due
diversi monumenti megalitici vengono considerati a livello internazionale beni
preziosi dell'Umanità.
si deve
quindi concludere che i politici
italiani stanno dando un'altra fregatura
ai Sardi quando sostengono che possono vivere
solo di turismo perché p evidente
che nel turismo isolano ci sono tante cose che non vanno proprio a causa di molti condizionamenti che il Governo Italiano impone all'Isola, come ad
esempio, l'impossibilità di avere i
propri trasporti marittime ed aerei.
C'è
inoltre ga aggiungere la considerazione
che sinora il turisismo isolano prta ai Sardi ben bricciole perche i grandi introiti li hanno solo coloro che non sono sardi e sono i padroni dei trasporti aerei e
marittimi e delle grandi strutture alberghiere e residences dove
oltre tutto non è sardo la maggior parte
del personale come cio' che in essi viene consumato.
l'obiettivi
finale di genocidiare il Popolo Sardo disperdendolo totalmente nel mondo col fine di lasciare l'intera Sardegna a libera disposizione degli
Italiani.
Tale dubbio
appare confermato dal confronto dei dati
demografici della Sardegna con quelli della Sicilia possiede im teritorio di
gran lunga meno favorevole poiché quello sardo ha un profilo costiero
notevolmente più esteso, variegato e
ricco di insenature e di approdi sicuri,
è notevolmente meglio conformato, più fertile e ricco di fiumi e dotato di boschi e numerose altre risorse
naturali.
malgrado
questi vantaggi la Sardegna attualmente possiede
una popolazione di appena popolazione di appena 1,6 milioni di abitanti
mentre la Sicilia ne conta circa 7 milioni ossia più del quadruplo.
Considerando
poi il fatto che i Sardi sono famosi per la loro longevità e prolificità
poiché In un passato
non molto lontano ersno tutt'altro che
rare le famiglie sarde che contavano più
di dieci figli e che attualmente del 1,6
milioni di abitanti della Sardegna, come
chiaramente rivelano i loro
cognomi, circa il 30% sono Italiani o di origine italiana risulta più che evidente
che la Sardegna è stata sottoposta ad un processo premeditato di dessardizzazione che non è soltanto culturale ma soprattutto razziale; processo
di dessardizzazione razziale che è
ancora in corso e che attualmente sta subendo un' accelerazione che tende a
concludersi con la scomparsa definitiva del Popolo Sardo dalla sua terra.
Tutti gli avvenimenti e aspetti negativi che hanno caratterizzato
la vita dei Sardi nel periodo che
partendo dalla seconda metà dell'800' sino
ai giorni nostri i quali inconfutabilmente possono essere considerati come conseguenza diretta o
indiretta dei gravi condizionamenti coloniali e neocoloniali con il
Governo Italiano ha imposto al Popolo
Sardo e alla sua terra dimostrano palesemente,
senza alcuna ombra di dubbio che il Popolo Sardo, dopo
essere stato con palese frode storica
in un sistema politico parassitario che
risulta alieno alle sue naturali tendenze evolutive tende ad essere totalmente
eliminato dalla propria terra con un genocidio in guanti bianchi dell'emigrazione.
Pertanto e lecito
affermare che il malgoverno italiano sta
portando il Popolo Sardo in un vero e proprio stato di agonia dal quale puo' uscire e riprendere la
sua vitalità solo se i Sardi prendendone
conoscenza e coscienza
del plagio a cui sono stati sottoposti, con ferma volontà vorranno opporsi e liberarsi dell'acculturante integrazione a cui sono stati sottoposti per riassumere tutti gli alti e superiori valori spirituali della
loro antica identità per riaffermarsi nella loro terra e nel mondo ad
essa esterno per dare un valido contributo
ingiustizia e sfruttamento
che gli esseri umani subiscono
per opera dell' egoismo nateriale dei propri simili ingiustizia e strumentalizzazione
operata dal sistema politico ed economico italiano che è risultato perennemente avverso
ad un sano dovuto possibile progresso.
Poiché nel
corso di 153 anni del suo dominio nell' Isola
Governo Italiano, invece di p
rendere seri provvedimenti per frenare
l'emigrazione dei Sardi ha sempre
determinato i presupposti per una sua incentivazione mantenendo l'Isola in uno stato di arretratezza economica e culturale
che la ha favorito una notevole
parte dei Sardi che hanno abbandonato la
loro terra sono costantemente sostituiti nella medesima dall'arrivo di famiglie
italiane che si sono sistemate in maniera ottima, sorge il ragionevole dubbio
che esiste un piano premeditato che ha come obiettivo finale la distruzione
totale del Popolo sardo per liberare la
Sardegna dalla sua presenza.
Si tratta quindi di un vero e proprio genocidio
che viene attuato progressivamente nel tempo senza sèargimento di sangue, cadaveri e fosse comuni ma per così
dire in guanti bianchi negando cioè costantemente i posti di lavoro e quindi
costringendoli progressivamente ad
abbandonare la loro terra per cercarli
altrove e lasciando quindi questa a liberà disposizione dell'Italia
per qualsiasi uso lecito ed illecito.
Questo astuto e quanto mai biasimevole intento
che l'Italia sta progressivamente
attuando a danno del Popolo Sardo appare
chiaramente rimarcato oltre che dal fatto
che il trattamento politico che essa ha svolto nei confronti della
Sardegna dalla seconda metà dell' 800' sino al periodo contemporaneo sono stati
costantemente da una discutibile
benevolenza nei riguardi dei Sardi , soprattutto dal fatto che la
demografia isolana è stata
progressivamente condizionata
negativamente di gran lunga
peggio di qualsiasi al tra regione italiana.
Si deve infatti considerare il fatto che in Sardegna il
movimento emigratorio verso la Tunisia ed altre regioni del Nord Africa e continenti americani che ha avuto luogo inizio in seguito al divieto imposto ai Sardi esportare bestiame
in Francia fra il1871 e il 1914
depaupera la popolazione isolana di circa 390.000 abitanti per cui aggiungendo a questi i 130.000 sardi caduti i della prima
e nella seconda guerra mondiale, i 900.000
che sono emigrati fra il 1920 il 1970 e
di altri 450.000 che hanno parimenti abbandonato l'isola fra l 1918 e il 2014
si ha il risultato che il Popolo Sardo in nell'arco di meno di un secolo e
mezzo è stato decurtato di circa 1.870.000 unita denotando quindi che nell'Isola
sono di certo mancate le condizioni che nella Penisola Italiana dal 1940 al 2'000 hanno
fatto aumentare la popolazione quasi del
50% passando tramite il così detto
miracolo economico postbellico dam 40
milioni di abitanti a circa 60 milioni. a quanto mai drammatica e ben celata situazione in cui versa la
continuità d'esistenza del Popolo Sardo
è rivelata palesemente dal fatto che la
Sicilia, pur avendo un territorio
appena appena più esteso di quello sardo ma non meglio conformato e
coltivabile perché meno piovoioso e pianeggiante e di gran lunga meno do tato dirisorse nat u rali e do ta to di n contorno sardo e
rpri di golfi e insenature e è approdi sicuri
riparati dalle furie del mare, conta attualmente circa ben 7 milioni di
abitanti mentre la Sardegna ne conta appena 1,6 milioni.
Poichè
risulta certo che questa notevolissima
differenza possa essere attribuita a una
maggiore mortalità e inferiore
potenza sessuale e a una minore
fecondità delle loro donne perché è rinomata la loro longevità ed è
risaputo che nel secolo scorso erano numerose le famiglie sarde che contavano dieci e più figli risulta
evidente che essa deve essere attribuita
a un quanto mai oltremodo e esagerato e continuo flusso emigratorio
forzatamente determinato dalla nefanda politica economica che il Governo
Italiano da oltre 153 anni impone alla Sardegna impunemente mediante
la servile complicità di una classe di incapaci ma arrivisti politici
regionali ed il plagio della maggior parte dei Sardi.
La situazione
in cui oggi il Popolo Sardo vive nella propria Isola, risulta ancora più grave
e pericolosa considerando che circa il 30 % di 1,6 milioni degli attuali
abitanti della Sardegna è costituito da Italiani e da isolani di origine italiana e che la crisi politica ed economica
attuale del Sistema Italia sta dando luogo ad un nuovo flusso emigratorio più
intenso del passato che oltretutto include la maggior parte della classe giovanile sarda per cui
ù logico desumere che il popolo
Sardo sta celermente avviandosi verso un vero e proprio stato di agonia che
lo condurrà ad una totale scomparsa
dalla sua terra
Non desta
pertanto alcuna meraviglia che, per
l'attuale disperata situazione in cui versano numerosissimi Sardi a
causa del continuo plagio che subiscono da parte italiana, vengono incoscientemente
costretti a non fare alcuna opposizione e ad emigrare
con maggiore intensità
rispetto agli abitanti di qualsiasi altra regione italiana, evidenzia che essi sono strumentalizzati senza
poter capire che di questo passo in breve
tempo determineranno
l'annullamento dell'esistenza millenaria
del loro popolo perché verrà inesorabilmente
annullata nella massificazione
informe di una umanità informe e
globalizzata contro natura.
Tutto cio',
oltre che comprovare che noi Sari non siamo Italiani e che gli Italiani nutrono nei
nostri riguardi una egoistica e talvolta timorosa ostilità dovuta forse
a causa della nostra diversità per
la salvezza materiale culturale e spirituale deve naturalmente metterci in stato di allarme non per ragire prima che
sia troppo tardi, non con la violenza ma
a separarci pacificamente e democraticamente
da un sistema che inerosabilmente sta determinando la nostra totale
rovina.
Cio' dobbiamo farlo cessando di fare finta di essere
Italiani e riaffermando con tutta la forza della nostra anima ,on
solo Innanzi a tutta l'Italia ma
davanti a tutto il mondo il nostro diritto sacrosanto di essere liberamente Sardi cos' come ogni popolazione della Penisola Italiana e del mondo di essere liberamente se stessa
affermando e vivendo conformemente alla propria
identità senza essere
amalgamata e strumentalizzata in sistemi politici, economici e culturali e persino religiosi che agli esseri umani vengono imposti con astuzia o prepotenza
dalle
forze arretrate ed egoistiche che
frenano l' evoluzione dell'Umanità.
Questa è 'unica via che il Popolo Sardo deve percorrere tenendo
presente che qualsivoglia prezzo dovrà
pagare per riaffermare la sua vera identità e la sua libertà sarà sicuramente
mille volte inferiore i a quello che ha pagato
sotto oltre un secolo e mezzo di
distruttivo e amaro malgoverno italiano.
i Rinascita della
Sardegna poiché secondo
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